Un passaggio, poi crolla in campo. Stroncato calciatore di 30 anni

Inutili i tentativi di rianimarlo anche con il defibrillatore

Riccardo Pizzi, 30 anni, operaio umbro, calciatore per passione. E l'ambulanza in campo

Riccardo Pizzi, 30 anni, operaio umbro, calciatore per passione. E l'ambulanza in campo

Il calciatore «aveva sostenuto la visita medica agonistica mercoledì scorso», fa sapere il presidente della società, Alberto Borghi. Sul posto anche i carabinieri, che stanno svolgendo accertamenti sull’accaduto. La Procura della Repubblica di Spoleto aprirà un fascicolo. Sarà comunque l’autopsia, richiesta dal magistrato, a stabilire le cause precise del decesso. Intanto è stato sequestrato il certificato medico con i test di idoneità allo svolgimento dell’attività agonistica.

È IL MINUTO 20 di una domenica di sole quando allo stadio, dove si gioca la partita di Coppa Italia, cala il silenzio. Il centrale Riccardo Pizzi passa la palla al portiere, poi si allarga sulla fascia per ricevere il passaggio di ritorno ma cade a terra all’improvviso. L’arbitro Paola Delrisci ferma il gioco e poi sospenderà la gara.

I COMPAGNI urlano, sugli spalti l’adrenalina per la sfida si trasforma in terrore, entra in campo il medico della squadra a prestare i primi soccorsi. Vengono messi in atto tutti i tentativi per rianimare il ragazzo. I calciatori chiamano l’amico, provano a sollecitarlo, a dargli forza. Viene anche utilizzato il defibrillatore in dotazione. Ma la situazione è grave. Uno spettatore – riferisce l’ufficio stampa dell’azienda ospedaliera di Perugia – dà l’allarme al 118. La centrale operativa regionale riceve la telefonata intorno alle 16.30 e invia da Assisi un’ambulanza con il medico a bordo. Oltre mezz’ora per tentare di strapparlo alla morte. Purtroppo, però, per Riccardo non c’è più nulla da fare. Stroncato probabilmente da un infarto, ma saranno comunque gli accertamenti a fare chiarezza sulla tragedia. Riccardo Pizzi aveva 30 anni, era uno sportivo. Cresciuto nella frazione di Pieve di Compresseto a Gualdo Tadino, dove viveva con la famiglia, lavorava in una ditta del posto, e appena poteva correva al campo ad allenarsi. Il calcio era la sua vera passione.

CRESCIUTO nel settore giovanile del suo paese, aveva indossato le maglie di Angelana, Città di Castello, Bastia, Nocera, Valfabbrica, Cerqueto e infine Cannara. «Un giovane serio, un vero professionista, siamo tutti scossi», commenta il presidente del club. Perché Riccardo era davvero un bravo ragazzo. Tanto legato alla famiglia. Sua sorella più piccola si è laureata da poco. La madre Maria, impiegata all’ufficio anagrafe in Comune, è sotto choc. In serata ha raggiunto l’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia dove si trova la salma del giovane.