Ecco il piano del Governo per salvare l'Ast: trattative ad oltranza

Meno esuberi, 110 milioni investimenti, salvaguardia del sito di Terni. E' la proposta fatta da palazzo Chigi. La mediazione del Sottogretario Del Rio evita la rottura totale / LA TRATTATIVA AL MISE

I lavoratori dell'Ast bloccano l'autostrada (foto d'archivio)

I lavoratori dell'Ast bloccano l'autostrada (foto d'archivio)

Terni, 8 ottobre 2014 - Cambio del piano industriale con meno esuberi, da 550 a 290, 110 milioni di investimento, lo spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino, mobilità volontaria e incentivata e ricollocamento dei lavoratori. Sarebbe questa la proposta che il Governo sta presentando in queste ore ad azienda e sindacati nella difficile vertenza Ast. 

Il piano prevederebbe la modifica del piano industriale nel senso dell'impegno a garantire il mantenimento del sito industriale e della capacità produttiva dell'area a caldo e dell'area a freddo. Il che comporterebbe investimenti per 110 milioni piu' lo spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino. Ci dovrebbe essere inoltre il rafforzamento della struttura commerciale sia sul mercato italiano che su quello internazionale con conseguente riduzione drastica dell'impatto occupazionale (da 550 unita' a 290) da gestire con procedure di mobilita' volontaria e incentivata. Il Governo avrebbe inoltre offerto un'azione attiva di ricollocamento dei lavoratori eventualmente residuali dal processo di uscita. Sarebbero poi confermati apprendistato e contratti a termine. Si tratterebbe di una mediazione che consente il mantenimento di importanti istituti contrattuali e il rinvio al confronto in sede aziendale per altri istituti del contratto integrativo

La trattativa sul futuro delle acciaierie di Terni prosegue in un clima difficilissimo, ma almeno non conosce soluzione di continuità. Il tavolo principale resta quello al ministero dello Sviluppo Economico ma anche quando questo si sospende per questioni di resistenza fisica dei suoi protagonisti, prosegue comunque al telefono o attraverso contatti informali. Da quanto si apprende da chi è vicino, in queste ore, alle stanze ministeriali, la mediazione del Sottosegretario Del Rio è quella che potrebbe giocare il ruolo decisivo in questa difficilissima partita a scacchi tra Roma, Terni e la Germania.

La Thyssen sarebbe pronta a cedere qualcosa. Qualcosa, ma non tutto. Non il taglio del costo del lavoro, ad esempio. Non i risparmi sui costi di produzione tipo quello dell'approvvigionamento energetico. E allora, se da una parte tende la mano su questioni "accessorie", dall'altra tiene il pugno chiuso su questioni più di sostanza: gli esuberi. Che, tuttavia, potrebbero scendere drasticamente dai 550 inizialmente ipotizzati. Potrebbero scendere anche al di sotto dei 290 rilanciati nei giorni scorsi durante la trattativa. Ma la posizione dei sindacati sul "non toccare neanche un solo posto di lavoro" è ritenuta condizione incociliabile con gli intenti aziendali. Per questa ragione il ruolo di Del Rio risulta essere strategico. C'è da mettere sul tavolo ammortizzatori sociali, sconti energetici e quant'altro nelle possibilità del Governo. Ma non è detto che basti. Anche i lavoratori - pare di capire - dovranno fare sacrifici. Il confronto va avanti, a piccoli passi. Il che significa che si va piano, ma almeno si rischia di non cadere. La situazione evolve minuto dopo minuto e di tempo ne occorrerà ancora un po'.