Estorsione con foto osé, 14enne ricatta la compagna di scuola

I genitori della minore hanno chiesto aiuto ai carabinieri

Carabinieri

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Siena, 25 giugno 2015 - «Se non vieni a letto con me faccio vedere le foto che mi hai mandato a tutti i ragazzi della mia squadra». L’estorsione finita sul tavolo dei carabinieri porta la firma di un ragazzino di 14 anni e ha per vittima una sua coetanea. Una storia terribile anche quando vede coinvolti degli adulti e lo diventa ancora di più in questo specifico caso vista la giovanissima età dei due. Tutto accade nella nostra città dove gli adolescenti abitano con le loro rispettive famiglie e dove frequentano la stessa scuola se pure in classi diverse. I due si conoscono ad una gita scolastica. Fanno amicizia e iniziano a mandarsi messaggini. Con il trascorrere dei giorni si frequentano e lui dice alla coetanea: «perché non proviamo a metterci insieme». Per la quattordicenne è il primo affettuoso rapporto. E’ il primo ragazzino che le presta attenzione e ne è lusingata.

L’idillio dura poco perché il coetaneo la sollecita a mandargli delle foto. La prima volta lei risponde di «no». Poi ci ripensa (in fin dei conti ha solo 14 anni e non immagina minimamente in quel momento quanto invece le accadrà) e gli invia alcune sue immagini che la ritraggono in slip e reggiseno fatte all’interno della propria abitazione. Dopo qualche giorno da quell’invio il ragazzino pianta la sua «fidanzatina». Trascorrono alcuni mesi fino a quando lui con sempre maggiore insistenza le chiede un rapporto sessuale. Alla fine la ricatta: «Se non vieni con me faccio vedere le tue foto ai miei compagni di squadra».

A quel punto la minorenne racconta tutto ai genitori e questi ultimi bussano alla porta della caserma dei carabinieri. Questi ultimi trovano nel cellulare dello studente le foto oggetto del ricatto e soprattutto scoprono che lo stesso ha fatto la medesima cosa anche nei confronti di altre coetanee. Sono state tutte zitte e i genitori pur sapendolo hanno preferito tacere. Diversa, invece, la reazione con relativa denuncia da parte di babbo e mamma dell’ultima quattordicenne ricattata. Il tutto arriva al tribunale per i minorenni. I giudici parlano chiaro: se il minore si comporta bene e viene promosso a scuola non verrà affidato ai servizi sociali altrimenti... Insomma viene ‘attivato’ il beneficio del dubbio. Ma lui non ritorna sui suoi passi. Anzi. L’ultimo mese di scuola non si è mai presentato in classe e alla fine è stato bocciato. Ora i giudici dovrebbero mettere in atto la loro decisione, ma, si sa, i tempi dei tribunali non vanno quasi mai di pari passo con chi aspetta giustizia.

Cecilia Marzotti