La procura indaga sull'area ex Fiore a Monteriggioni

Non c'è pace per l'Urbanistica di Monteriggioni

Sequestri a Monteriggioni

Sequestri a Monteriggioni

Monteriggioni, 3 maggio 2016 - NON C’È PACE per l’urbanistica a Monteriggioni. Questa volta finisce sotto tiro l’insediamento nell’area ex Fiore, per il quale è stato disposto lo stop dei lavori da parte dell’attuale amministrazione comunale e su cui ha avviato un’indagine la procura della Repubblica.

Si tratta di 45 appartamenti, rientranti nell’area di riqualificazione denominata RI-27 in località San Martino-La Tognazza, i cui proprietari si sono ora visti sospendere l’efficacia del titolo abilitativo. La pratica edilizia è del 2010 e il permesso di costruire del 4 ottobre 2012, quando cioè era in carica l’amministrazione guidata dall’attuale sindaco di Siena Bruno Valentini, finita già al centro di altri casi urbanistici e giudiziari.

NEL CASO in questione, «l’avvio del procedimento di secondo livello per eventuale annullamento in autotutela del permesso di costruire» è stato disposto dagli attuali organi del Comune di Monteriggioni con tre articolate motivazioni.

Primo problema: la distanza delle nuove abitazioni dalle strade. Per i tecnici comunali, tra i fabbricati in costruzione e il bordo del marciapiede delle vie Ferrini e della Repubblica ci sono da 5,02 a 5,82 metri, quando invece non si dovrebbe scendere sotto i 7,50 metri stabiliti dalla legge.

Secondo problema: tra i «fronti dei fabbricati antistanti» (quelli davanti a via della Repubblica) il progetto prevede una distanza di 16,78 metri e anche in questo caso, osservano i tecnici comunali, siamo al di sotto della «distanza minima limite di legge, determinata nella misura di 24,67 metri».

Terza osservazione: le costruzioni si sono sviluppate troppo in altezza rispetto all’edificio preesistente, l’impianto produttivo ex Fiore che arrivava a 10,70 metri e al quale bisogna fare riferimento trattandosi di piano di recupero. Adesso, con la medesima misurazione dalla linea di gronda al piano del piazzale, per il Comune si è arrivati a quota 12,10,quasi un metro e mezzo oltre il consentito. Da qui la decisione di sospendere il completamento della costruzione del complesso, «in quanto la prosecuzione dei lavori comporterebbe, con il mancato rispetto delle distanze minime previste dall’articolo 14 delle Nta del Regolamento urbanistico comunale e dall’articolo 9 del decreto ministeriale 1444/1968, un concreto pregiudizio all’armonico sviluppo dell’edificazione e, comunque, il completamento dei lavori potrebbe pregiudicare il prossimo eventuale ripristino dello stato dei luoghi».

 

SI APRE dunque una nuova trafila amministrativo-giudiziaria che vede in ballo proprietari e amministratori. L’indagine della magistratura farà la sua strada, ma intanto chi ha investito i propri risparmi e sta aspettando la fine dei lavori, si trova di fronte un macigno. La normativa dispone che entro sessanta giorni è possibile fare ricorso al Tar, con la speranza di riuscire a trovare una soluzione per entrare in possesso della propria casa. Una casa che troppe volte, a Monteriggioni, si sta trasformando in un’impresa difficilissima da realizzare.