Popolare di Vicenza, "truffati più di 500 risparmiatori"

Svolta in procura: si indaga anche per associazione a delinquere

Il direttore generale Francesco Iorio e il presidente Stefano Dolcetta (foto Attalmi)

Il direttore generale Francesco Iorio e il presidente Stefano Dolcetta (foto Attalmi)

Prato, 2 marzo 2016 - «Ci troviamo di fronte ad una organizzazione strutturata, la Banca, all’interno della quale alcune persone avrebbero operato, con una struttura gerarchica e ben organizzata, per mettere a segno un numero indefinito di reati». Lo ha detto il procuratore di Vicenza, Antonino Cappelleri, a proposito dell’inchiesta sulla Popolare di Vicenza, la banca che ha assorbito la vecchia CariPrato e che conta diverse filiali in città. «Siamo di fronte ad almeno 500 casi di azionisti che lamentano di essere stati truffati – ha aggiunto Cappellari –, e a questi numeri bisognerà quasi certamente aggiungere gli altri 100 che sono stati depositati alla procura di Udine. È per questo motivo che ho chiesto alla Corte d’Appello di assegnare a Vicenza un magistrato distrettuale, che possa essere applicato all’esame di ogni singola posizione e all’iscrizione di eventuali responsabili».

Diverso il caso dell’indagine parallela aperta a Prato e che ha portato a indagare sedici persone, tra cui l’ex direttore generale, Samuele Sorato, per estorsione. A Prato sono stati contestati – il fascicolo è nelle mani dei sostituti procuratori Laura Canovai e Lorenzo Boscagli – una quindicina di casi di imprenditori che avrebbero subito pressioni per l’acquisto delle azioni della BpVi in cambio del rinnovo del fido da parte della banca. «Con la procura di Prato - ha spiegato Cappelleri - è in atto da tempo un coordinamento molto stretto. Alcune querele sarebbero state presentate e iscritte prima dell’apertura della nostra indagine, radicando quindi la competenza a Prato. Credo che alla fine - ha osservato - saremo costretti a tenere separati i due filoni di inchiesta, anche se finiranno per fare riferimento, almeno in parte, alle stesse persone». Cappelleri ha poi spiegato che «in questo momento i reati principali rimangono quelli di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, ma è logico pensare che si dovrà estendere il campo d’azione anche alla valutazione di altri reati, come il falso in bilancio e il vincolo associativo». Anche il conto degli indagati appare destinato ad aumentare: «In questo momento - ha precisato il procuratore - non vi è la necessità di ampliare la rosa dei nomi iscritti a registro degli indagati anche in una logica di economia processuale e di efficacia dell’indagine. Eppure emergono responsabilità in capo anche ad altre persone, il cui numero certo sarà possibile stabilire solo al momento della chiusura delle indagini preliminari».

Nel frattempo la Banca Popolare di Vicenza prepara l’assemblea dei soci per sabato, un appuntamento nel corso del quale l’attuale management chiederà di dare via libera all’aumento di capitale da un miliardo e mezzo e alla quotazione in borsa. Il titolo della Banca, che nel 2014 valeva 62,3 euro, era già stato tagliato a 48 euro lo scorso aprile. Il valore di riacquisto, annunciato nei giorni scorsi, si attesterebbe invece a 6,30 euro per azione.