La Voce dei Tartari, concerto del gruppo Kiyàt

Prato Estate: mercoledì 27 luglio alle 21.30. In Palazzo Datini a Ingresso libero

La Voce dei Tartari, concerto del gruppo Kiyàt

La Voce dei Tartari, concerto del gruppo Kiyàt

Prato, 25 luglio 2016 - Echi di musica lontana a palazzo Datini con la Rassegna PratoAntiqua inserita nella Prato Estate organizzata dall’assessorato alla cultura in collaborazione con l’associazione Mesotonica. Mercoledì 27 luglio alle 21.30, il gruppo " Kiyàt" (echiyàt) presenta “La voce dei Tartari”. Un concerto, originale e poetico, quello proposto, ispirato al patrimonio musicale dei Tartari di cui oggi si è quasi perso il nome e che identificano un ampio spettro etnico che ricomprende popolazioni di stirpe turco-mongola e turco-caucasica presenti nei vasti territori asiatici (Russia, Mongolia, Asia Centrale, Medio Oriente, Balkani e Crimea).

La loro lingua, la lingua tartara, è una lingua turca appartenente al ramo altaico. La loro musica, incredibilmente complessa, presenta una struttura monofonica su base modale a scala pentatonica la cui melodia, ricca di ornamentazioni e improvvisazioni, la rendono tipica e la uniscono alle tradizioni orientali. Alfia ed Aliya Bakieva che appartengono a questa etnia, da anni vivono e lavorano in Europa dove si sono affermate come musiciste barocche di fama internazionale. Kiyàt, il nome prescelto dal gruppo e che in tartaro vuol dire “Favole, storie, leggende, proverbi, indovinelli, canzoni” rinvia al loro progetto artistico nato dal desiderio di riscoprire le proprie radici, di esplorare il proprio patrimonio culturale e rivivere tradizioni millenarie tramandate dalla propria famiglia. Le musiche proposte nel concerto attraversano la cultura nomade dei Tartari, ma anche quella dei popoli da cui furono influenzati.

L'esecuzione dei brani è accompagnata da strumenti nativi tra cui: il KURAI/QURAY (flauto rudimentale di canna), il KOBYZ (scacciapensieri), KIL KOBYZ (uno strumento ad arco con 2 corde di crini di cavallo), il tamburello e la fisarmonica. Con Alfia Bakieva - violino, kil kobyz, ghijjàk, voce, danza e Aliya Bakieva - saz, cimbali tibetani, voce, danza, Giovanni Apprendi – percussioni. Per i costumi originali, Zulfiyà Bakieva. Le fonti musicali e testi del patrimonio Tartaro sono curate da Fayzà Abdrakhmanova. L’ingresso è libero.