Pacemaker difettosi, pazienti richiamati anche a Prato

Caso St Jude Medical, sono 171 i soggetti coinvolti nell'area dell'Asl Toscana Centro

Giovanni Maria Santoro

Giovanni Maria Santoro

Prato, 7 dicembre 2016 - Sono stati tutti richiamati dai centri cardiologici di riferimento i pazienti ai quali era stato impiantato il defibrillatore della multinazionale St Jude Medical. Lo confermano i direttori delle cardiologie degli ospedali di Empoli, Prato, Pistoia, Pescia, San Giovanni di Dio, Santa Maria Annunziata e Santa Maria Nuova. In totale nella Ausl Toscana centro i pazienti in follow up sono 171: 113 nell’area fiorentina, 4 nell’area empolese, 34 in quella pistoiese e 20 in quella pratese. Il problema presentato da questi apparecchi è la scarica precoce della batteria. Tale fenomeno è stato rilevato in una piccolissima percentuale di dispositivi, intorno al 2 per 1000.

L’allarme nasce dal fatto che si tratta di dispositivi salvavita. Infatti il defibrillatore cardiaco, oltre a svolgere la funzione di pacemaker e a regolare i ritmi lenti del cuore, può riconoscere anche una aritmia cardiaca a ritmi elevati ed iniziare una terapia elettrica per risolverla prima che diventi pericolosa per il paziente. “I pazienti ai quali è stato impiantato il dispositivo sono stati tutti richiamati ed hanno seguito uno specifico percorso nelle cardiologie di riferimento in accordo con la nota ministeriale e con quanto indicato dalla Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC). Al momento la sostituzione del defibrillatore si è resa necessaria solo in circa il dieci per cento del totale complessivo dei pazienti – ha dichiarato Giovanni Maria Santoro, direttore delle cardiologie degli ospedali dell’area fiorentina -; tutti gli altri pazienti sono stati istruiti a riconoscere la funzione di allarme, consistente – ha spiegato lo specialista cardiologo - in una vibrazione prolungata che si attiva automaticamente circa 24-72 ore prima della scarica della batteria: se il paziente avverte questa particolare vibrazione dovrà mettersi direttamente in contatto con il suo centro cardiologico di riferimento”.

“Voglio quindi tranquillizzare tutti i pazienti portatori di questo strumento salvavita – ha aggiunto Santoro - perché la situazione è sotto controllo. Raccomando solo attenzione al segnale di allarme rappresentato dalla vibrazione prolungata dell’apparecchio”.