Furti nelle auto di lusso. Nomadi e cinesi alleati per rubare ai ricchi

In manette due nomadi e un cinese

I carabinieri (foto d'archivio)

I carabinieri (foto d'archivio)

Prato, 16 agosto 2017 -  UN FURGONE carico di merce di lusso: scarpe, borse, abiti per un valore complessivo di 14mila euro. Stava per arrivare a Prato, quando è stato intercettato dai carabinieri del Nucleo investigativo all’uscita del casello di Prato est. Non ci sarebbe stato nulla di strano se quei capi dello shopping di lusso fossero stati regolarmente acquistati e non rubati da una banda formata da due nomadi - uno residente in città e l’altro a Roma, tutti e due con precedenti specifici e noti alle forze dell’ordine - in questo caso alleati con un cinese, pluripregiudicato ma regolare.

LO STRANO sodalizio era entrato nel mirino dei militari dell’Arma da qualche tempo e così è stato intercettato a bordo del furgone di proprietà dell’orientale, mentre i tre stavano rientrando dalla zona di Montevarchi. Una «gita» mirata fuori porta per il terzetto che ha messo a segno due furti su automobili appartenenti a clienti di The Mall e dello spaccio di Prada in Valdarno. I due nomadi ed il cinese sono entrati in azione nei parcheggi dei due centri commerciali. Scelte in modo mirato le automobili maggiormente cariche di pacchi e pacchettini: i ladri hanno rotto i finestrini di due mezzi, una di proprietà di russi facoltosi, l’altra di una coreana. In entrambi i casi gli acquisti di merce delle grandi marche erano costati diverse migliaia di euro.

I NOMADI ed il cinese, tutti poco più che quarantenni, hanno colpito in trasferta, ma sono stati fermati dai carabinieri del Nucleo investigativo. Prova del fatto che quella refurtiva arriva direttamente da alcune auto in sosta sarebbe rappresentata dai frammenti di vetro trovati all’interno dei sacchetti dello shopping. Per i tre - ora rinchiusi nel carcere della Dogaia - sono scattate le manette per il reato di furto. Presto gli atti giudiziari passeranno per competenza alla Procura di Arezzo dal momento che il reato è stato consumato proprio in quella provincia.

Sara Bessi