Col mutuo da pagare e senza lavoro. Oltre duemila famiglie chiedono aiuto

Dati allarmanti sulla povertà: «Difficile ritrovare un impiego»

Il vescovo Agostinelli, il vice sindaco Faggi, l’assessore Biancalani e Idalia Venco della Caritas

Il vescovo Agostinelli, il vice sindaco Faggi, l’assessore Biancalani e Idalia Venco della Caritas

Prato, 26 novembre 2017 - La mancanza di lavoro e i suoi effetti devastanti: la perdita della casa, la disgregazione familiare e la crescita della povertà. Il dossier presentato ieri mattina dalla Caritas riporta dati allarmanti: sono oltre quattromila le persone che vivono in povertà e che vengono seguite dalla rete dell’osservatorio della diocesi. Numeri in crescita rispetto agli ultimi due anni: da gennaio a oggi 2694 famiglie hanno lanciato un grido d’aiuto, facendo registrare un aumento del 5,1% rispetto al 2015, per un totale di 6781 colloqui effettuati (nel 2016 erano 6608). E se il numero dei pratesi (688) continua a diminuire (-7,2%), non si può dire lo stesso per gli stranieri: +13% rispetto al primo semestre del 2015. Da gennaio a oggi si parla di 1.315 immigrati, che rappresentano ben il 65,7% degli utenti Caritas.

Gli italiani, però, trovano maggiori problemi a uscire dalla povertà: «Probabilmente – ha osservato il redattore del dossier Massimiliano Lotti – gli stranieri sono disposti a cogliere le opportunità e riescono ad adeguarsi a nuovi stili di vita». Il problema principale è la disoccupazione: oltre il 70% delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto ha affermato di non avere un lavoro. Dal 2015 al 2017 si registra un aumento di disoccupati pari a 6,3 punti percentuali, per gli stranieri si toccano picchi addirittura del 16%. Ma chi è che bussa alle porte della Caritas? È la direttrice Idalia Venco a rispondere: «La maggior parte sono senza tetto, ma ci sono anche tanti ‘vicini di casa’, cinquantenni che chiedono risorse per pagare il mutuo o una bolletta, perché non hanno un lavoro». E proprio al tema dell’occupazione è stato dedicato un confronto che ha visto protagonisti istituzioni e rappresentanti delle categorie sociali ed economiche. Tutti d’accordo sul fatto che bisogna ripartire dalla formazione e dall’informazione. «Per la prima volta il comparto tessile è tornato ad assume, ma mancano figure tecniche che abbiano competenze spendibili nelle industrie», hanno fatto notare Michele Del Campo, direttore della pastorale diocesana per il sociale e Marcello Gozzi di Confindustria Toscana Nord. Il vicesindaco Simone Faggi ha invece ricordato che l’amministrazione ha stanziato oltre 20 milioni di euro per il sociale: «Ma i soldi non bastano se non c’è una rete in grado di intercettare le difficoltà e mettere a sistema un percorso dignitoso di aiuto».

In chiusura le parole del vescovo Agostinelli che ha ribadito la forza dell’alleanza tra Comune e Diocesi: «C’è la volontà e la necessità di camminare insieme per il bene della gente, al di là della cultura e della fede. Insieme dobbiamo perseguire quella che Giorgio La Pira chiamava giustizia fraterna».

Alessandro Pistolesi