"Picchiato per la maglia della Juve". Carolei di nuovo aggredito

L'attore ci riprova dopo le minacce di morte su Fb: con la maglia bianconera fra i tifosi avversari

Giacomo Carolei, 30 anni, con la maglia della Juventus a Genova

Giacomo Carolei, 30 anni, con la maglia della Juventus a Genova

Prato, 23 gennaio 2018 - E’ stato aggredito un’altra volta, allo stadio Marassi di Genova da un ultras doriano. Questa la denuncia che l’attore pratese Giacomo Carolei, 30 anni, ha presentato ai carabinieri dopo che il tifoso ha preso a calci la sua auto e gli ha rubato la maglia della Juventus.

Carolei aveva già ricevuto minacce di morte sulla sua pagina Facebook. L’attore, da alcune settimane, sta realizzando un format su Facebook per cercare di pacificare le tifoserie storicamente più avverse alla Juventus, la sua squadra del cuore. Video che hanno totalizzato finora circa quattro milioni di visualizzazioni. Carolei a Genova stava realizzato uno dei suoi video quando, nei pressi dello stadio, è stato rincorso da un ultras fino alla sua auto, dove l’attore ha provato a rifugiarsi mentre il tifoso della Samp prendeva a calci l’auto. L’aggressore è riuscito ad aprire la portiera posteriore del mezzo, impossessandosi della maglia della Juventus che l’attore si era tolto durante la fuga a piedi.

Carolei si è quindi allontanato in macchina, scosso dall’accaduto. "Purtroppo, al di là di offese o qualche strattone, dopo le minacce di morte è arrivata anche un’aggressione vera e propria – racconta l’attore – con danni alla mia auto e il furto della mia maglia della Juve. Comportamenti inaccettabili che ho denunciato ai carabinieri".

In realtà il format dell’attore toscano non nasce per denunciare persone o comportamenti violenti, bensì è stato ideato per dimostrare la difficoltà che persiste in Italia nel portare un «gesto di pace», distensione, amicizia o fratellanza tra tifosi di colori differenti. "Purtroppo – continua Carolei – devo constatare che non è possibile camminare per strada indossando colori diversi rispetto a quelli della tifoseria locale, se non a proprio rischio e pericolo".

Fermo è, ad ogni modo, il suo intento di proseguire nell’attività: "I miei video – sottolinea – cercano di strappare una risata a chi li guarda, ma in questo caso c’è anche la voglia di far riflettere sul peso eccessivo che tutt’oggi hanno il tifo e la rivalità tra tifoserie. Da parte mia cerco di fare umorismo e questo non è mancanza di rispetto. Non sono un provocatore, semmai un pacificatore. L’aggressione che ho subìto non fermerà il format. Vorrei continuare per cercare tifosi che capiscano il senso della mia presenza: anzitutto per sorridere insieme".