Ancora furti nelle chiese, ormai è allarme

Casi anche al santuario della Pietà e a Chiesanuova. Parlano i parroci

Il vescovo Agostinelli con parte della refurtiva recuperata dai carabinieri (foto Attalmi)

Il vescovo Agostinelli con parte della refurtiva recuperata dai carabinieri (foto Attalmi)

Prato, 20 settembre 2014 - Ladri in chiesa, ci risiamo. Non solo gli episodi già documentati che hanno riguardato nei mesi scorsi la basilica di Santa Maria delle Carceri e la cappella di San Barnaba all’ospedale vecchio, senza considerare il furto di rame da migliaia e migliaia di euro dal tetto della chiesa di San Luca evangelista alla Querce. Ci sono stati altri episodi, almeno tre, dei quali si viene a conoscenza solo ora, riportati dal settimanale della diocesi "Toscana oggi". Al santuario di Santa Maria della Pietà, in via Capponi, ci sono stati ben due episodi. Il primo attorno alla scorsa Pasqua, l’altro molto più recente. Nel primo caso il calice era sull’altare e qualcuno, durante il rosario che precede la messa e dunque con alcuni fedeli già seduti sulle panche, lo prese e lo portò via. "Nel secondo caso — spiega il parroco, il canonico Luciano Pelagatti — la chiesa invece era vuota. Avevamo l’abitudine di lasciare il calice sull’altare al momento della preparazione della chiesa per la messa, ma dopo questi due episodi abbiamo cambiato e adesso è il sacerdote che lo porta con sé al momento del suo ingresso in chiesa. Comunque si trattava di oggetti dal valore religioso, non economico".

Problemi anche a Chiesanuova, come spiega don Serafino Romeo, parroco di Santa Maria dell’Umiltà: "Nel nostro caso — commenta — ci sono stati dei tentativi di effrazione alla cappella del cimitero, che è di proprietà del Comune ma è gestita dalla nostra parrocchia. Non ci teniamo niente di valore, ma hanno provato a forzare gli armadi". Il caso più inquietante risale invece alla di agosto, il giorno 26: "Si era conclusa da poco la messa del mattino — dice don Serafino Romeo — quando qualcuno ha suonato al citofono, forse per distrarre il sacrestano, che si è allontanato per un attimo e al suo ritorno non ha trovato più il calice. Che non aveva valore, se non religioso, perché la nostra è una parrocchia modesta, e comunque io sarei contrario ad avere qui oggetti di valore". Il parroco spiega che, pur non essendoci implicazioni sataniche, è bene fare attenzione anche a eventuali "ladri di ostie": "Tengo sempre sotto controllo chi fa la comunione, seguo con gli occhi chi non la consuma davanti a me. Comunque per noi non cambia nullla, come ha detto il vescovo le chiese devono rimanere aperte. E purtroppo chi passa di qui è spesso un disperato".

Luca Boldrini