Una catena umana di 20 chilometri per "La Ferita" di Volterra

Il vulcanico regista Armando Punzo ha coinvolto persone comuni e artisti per il progetto che trasformerà la cittadina in un palcoscenico

La Ferita, le prove a Volterra

La Ferita, le prove a Volterra

Volterra (Pisa), 4 luglio 2014 - Trasformare la debolezza in forza. Liberarsi dal dolore, come in una catarsi che trova il suo apice nell’espressione creativa: l’invasione corale delle piazze e dei vicoli di Volterra avverrà alle luci del tramonto del prossimo 25 luglio quando giovani, anziani, artisti e persone comuni daranno vita ad un’opera d’arte en plein air legandosi fra loro ai luoghi simbolo della città di Volterra con un nastro rosso lungo più di 20 chilometri.

Sboccia il progetto “La Ferita/Logos. Rapsodia per Volterra”, evento clou dell’edizione numero 28 di VolterraTeatro, festival sotto l’egida di Carte Blanche e diretto dal vulcanico regista Armando Punzo. Una grande performance dove tutti saranno coinvolti, chiamati ad esporsi, lottare, creare, reagire dopo i devastanti crolli che hanno sventrato la città-fortino durante gli scorsi mesi. Volterra diventa un teatro, i suoi cittadini un coro greco che canta, recita, suona e costruisce, nel labirinto di geometrie realizzato con i chilometri di nastro, un’opera d’arte dove i legami si rinsaldano, le ferite si ricuciono. Il progetto “La Ferita” vede la collaborazione di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti di Archivio Zeta, compagnia teatrale che da anni mette in piedi memorabili allestimenti di tragedie greche negli spazi aperti del cimitero germanico della Futa.

“Siamo arrivati già a due mesi di prove con la gente e gli artisti – dicono Guidotti e Sangiovanni – e stiamo costruendo il tragitto che legherà i luoghi dove sono avvenuti i crolli delle mura ai monumenti simbolo della città, in un percorso che si snoderà dalla piazzetta dei Fornelli, il luogo della Ferita dove si è sbriciolato il costone di mura, fino al teatro romano. Vicoli, piazze e persone si annoderanno, per poi sciogliersi, e legarsi ancora. Stiamo lavorando con le associazioni e gli artisti della città e con tanta gente comune. Il nostro progetto guarda a portare in scena un vero e proprio coro greco, partendo proprio dalla funzione che il coro aveva nell’antica Grecia, costituito da persone comuni che mettevano a disposizione il proprio tempo per la propria comunità. I testi scelti rappresentano un viaggio nella lingua e nella letteratura italiana. Le persone reciteranno frammenti tratti da Giordano Bruno, Leonardo da Vinci e Vincenzo Consolo. La musica sarà composta soprattutto da suoni, come le risonanze delle piazze e dei vicoli e le stesse voci umane.”

Altra punta di diamante di VolterraTeatro, che si svolgerà dal 21 al 27 luglio, sarà l’anteprima nazionale di “Santo Genet”, spettacolo in carcere dei detenuti-attori della Compagnia della Fortezza diretti da Punzo. Dopo il primo studio presentato lo scorso anno nella struttura penitenziaria di Volterra, la compagnia continua nel cammino attraverso l’opera del drammaturgo Jean Genet, l’autore francese che più di tutti ha saputo trasformare “la materia vile in oro”, strappare la bellezza al dolore. Sulle suggestioni dell’universo di Genet, gli attori della Compagnia di Punzo si faranno “devoti a Santo Genet”, cercando un luogo verso cui muoversi e che li possa accogliere come portatori di idee.

Ilenia Pistolesi