La seconda vita dell’ex br Curcio. Ospite alla Festa di Lari. Gli organizzatori: «Non c’è alcuna cattedra»

E il sindaco Pd, Mirko Terreni, prende le distanze: "I Democratici non lo avrebbero mai invitato"

Renato Curcio al Circolo Sandro Pertini di Lari presenta il suo libro alla Festa Rossa

Renato Curcio al Circolo Sandro Pertini di Lari presenta il suo libro alla Festa Rossa

Pontedera, 11 agosto 2014 - «NON C’E’ ALCUNA cattedra alla Festa Rossa di Lari, non ci sono buoni e cattivi maestri, diseducativo è solo il silenzio che accompagna le condizioni odierne dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei migranti e dei senza casa. Pericoloso è l’oblio di chi asseconda la realtà odierna con i presunti fantasmi di un passato letto con strumentale faziosità per distogliere l’attenzione dagli interessi dei nuovi padroni ai quali i governi, e chi li sostiene, sono asserviti». Mentre Paolo Papucci, presidente dell’associazione «La Rossa» che organizza la Festa Rossa di Lari, legge la nota in risposta alle polemiche, Renato Curcio è seduto poco più in là, a fianco di Federico Giusti, esponente dei Cobas della Provincia di Pisa.

SI FATICA ad immaginare che quell’uomo, piuttosto basso, capelli rasati, bianchi, dall’aria mite, e che continuamente inforca e toglie gli occhiali, sia stato negli anni ’70 il simbolo del terrorismo italiano, un uomo temuto e ricercato senza tregua dalle forze dell’ordine del nostro Paese. Curcio è stato tra i primi fondatori delle Brigate rosse, la formazione terroristica più longeva e pericolosa della storia italiana, responsabile della morte di 86 persone, tra cui poliziotti, carabinieri, magistrati, giornalisti e uomini politici. Sì, quell’uomo è Renato Curcio, che oggi si occupa di libri, e in particolare dei temi del lavoro. E quest’argomento, dicono gli organizzatori della festa, l’ha portato a Lari così come lo sta portando in giro per l’Italia. «La nostra festa propone argomenti forti, punta a stimolare dibattiti, discussione, confronto — spiega Papucci —. Non c’interessano le polemiche, non vogliamo fare clamore, i polveroni facili li lasciamo ad altri. Abbiamo organizzato una serie di dibattiti attualissimi e legati da quello che noi definiamo un lungo filo rosso: quindi parliamo di lavoro con Curcio, come parleremo di “repressione” e di morti di Stato con Ilaria Cucchi, Guido Magherini, Ciro Antignano e Italo di Sabato mercoledì prossimo. La nostra è una lotta contro l’indifferenza». Federico  Giusti di Cobas aggiunge: «Curcio dal 2002 è un uomo che studia il mondo del lavoro, è altamente competente — spiega — e noi parliamo di lavoro in un provincia, come quella di Pisa, che presenta criticità a vari livelli, dal rispetto dei diritti delle fasce più deboli . Ci sono cooperative pisane che hanno fatte emergere queste problematiche». 

POI CURCIO, che al suo arrivo ha firmato autografi e stretto mani: la gente, anche quella della festa “rossa”, è incuriosita dal personaggio che, si voglia o no, è stato un protagonista di un capitolo tragico e doloroso dell’Italia. Quindi Renato Curcio, microfono in mano, disinvolto, in piedi, parla con calma e con il garbo di un uomo saggio e inizia a raccontare de “Il pane e la morte”, il libro inchiesta sul polo industriale brindisino, tra veleni, mortalità e malattie. Racconta com’è stato costruito il libro, dalla ricerca delle carte, delle testimonianze, dei silenzi del potere e della politica. E’ un’altra trincea quella che ha scelto Curcio nella sua seconda vita. Inizia a raccontare dagli anni ’70, evitando di parlare di sè: «Già allora si parlava della monetizzazione della salute». «Nel mondo del lavoro si mette in vendita il tempo, il genio, l’inventiva, la capacità, ma non la vita, quella no». Parola di Renato Curcio. 

E intanto, il sindaco di Casciana Terme - Lari, Mirko Terreni, prende le distanze dall'iniziativa che si è tenuta al Circolo intitolato a Sandro Pertini: «Ognuno si prende la sue responsabilità». Mirko Terreni, sindaco di Casciana Terme Lari è chiarissimo: «E’ una festa fatta da una parte politica ben chiara e definita, e ognuno sceglie da chi farsi rappresentare — dice —. Io sono un esponente del Pd e ad una nostra festa non ci sarebbe posto per Renato Curcio: abbiamo una sensibilità politica che non coincide con la sua figura». E’ netta la posizione del primo cittadino: « Non avrei mai invitato Curcio ad un iniziativa dei Democratici — aggiunge Terreni —. Ancora meno per un’iniziativa anche di tipo culturale del nostro Comune. Non voglio giudicare comunque gli organizzatori della Festa Rossa di Lari: sono grandi e navigati abbastanza per sapere e capire cos’hanno fatto».