Federico, scomparso e trovato morto: mistero sul Tevere; il fratello: "Non posso crederci"

Il giovane di Santa Croce ritrovato nella notte senza vita a Roma. E’ giallo

Federico Carnicci, 27 anni

Federico Carnicci, 27 anni

Santa Croce, 18 luglio 2015 - E' stato il fratello Giulio a riconoscere il cadavere di Federico Carnicci, 27 anni, restituito dalle acque del Tevere dopo che da dieci giorni si erano perse le sue tracce. Ed è Giulio, con la voce rotta dal pianto e dalla stanchezza di chi ha girato Roma in lungo e in largo a dire: «Non riesco a credere che mio fratello se ne sia andato così, non credo che si sia ucciso e penso che su questa morte e sul quella notte in cui tutto è iniziato ci siano ancora tante cose da chiarire». Infatti c’è un’indagine in corso. E oggi sarà nominato il perito medico legale che effettuerà l’esame autoptico. Federico Carnicci, romano di nascita, in Toscana da tanti anni, un’adolescenza a Pistoia – giovanissimo ebbe una bimba da una relazione con la prima fidanzatina – e un matrimonio che stava naufragando a Santa Croce, si era messo da qualche settimana a fare l’artista di strada ed i familiari non avevano più notizie di lui dallo scorso 4 luglio. Federico, operaio dai lavoretti saltuari, aveva detto alla madre che vive a La Serra di San Miniato, di volersi prendere un po’ di tempo, di voler andare al mare mantenendosi appunto con la passione dell’arte di strada. Era partito per Roma. Nella capitale lo richiamavano le radici, qui vive il padre dal quale di tanto in tanto andava. Da quando aveva lasciato Santa Croce, comunque, si faceva sentire dai familiari, chiamava e loro lo chiamavano. «L’avevo sentito il sabato che stava tornando dal mare – aggiunge Giulio –. Era felice. Non aveva alcun motivo per uccidersi». Giulio ha seguito ogni segnalazione da Ostia a Tiburtina, insieme al fratello e ad un amico. A segnalare la presenza del cadavere in acqua all’altezza di via della Magliana ieri mattina verso le 8 sono stati alcuni passanti.

Secondo una prima analisi del medico legale infatti, il corpo è in avanzato stato di decomposizione e l’ipotesi è che il ragazzo potrebbe essere morto quella stessa notte. Per Giulio ci sono tante cose non chiare nella storia di questa scomparsa «risolta» con il ritrovamento di un corpo. A partire dai fatti di quella notte in zona Prati, Ponte Mazzini nei pressi della pista ciclopedonale. I compagni di Federico al momento di denunciare la sua scomparsa alla polizia hanno raccontato un episodio inquietante avvenuto quella sera stessa: intorno alle 3 del mattino il ragazzo era finito nel Tevere. Un suo amico si sarebbe tuffato in acqua e lo avrebbe riportato a riva, «lo avrebbe tranquillizzato e rimesso a dormire (la comitiva dormiva all’aperto, ndr) – aggiunge Giulio – . Però alle 7 del mattino quando si sono svegliati lui non c’era più. Vogliamo capire cosa sia accaduto e vogliamo sapere cosa è successo».«Confidiamo che l’esame autoptico – conclude Giulio – possa dirci se è stato picchiato, se si è sentito male, se è morto prima e poi gettato in acqua. Crediamo che la storia di questa scomparsa e della morte di Federico sia ancora da scrivere». Giulio ha riconosciuto il corpo del fratello dai tatuaggi sul petto: «Non volevo crederci, ma mi sono piegato alla tragica evidenza».