Il Parco Gemma cambia volto e torna a vivere grazie ai volontari

Il progetto di restituzione ha coinvolto persone svantaggiate

I partecipanti all’iniziativa promossa dal Comune e dall’associazione Giratempo ieri  mattina davanti alle panchine restaurate

I partecipanti all’iniziativa promossa dal Comune e dall’associazione Giratempo ieri mattina davanti alle panchine restaurate

Pontedera, 28 luglio 2017 - UN NUOVO aspetto per il Parco Gemma. Si è tenuta ieri la conferenza stampa che presentava l’iniziativa del Progetto di Restituzione ideato dal Comune di Pontedera per inserire nell’ambito lavorativo, anche se occasionalmente e per brevi periodi di tempo, persone socialmente svantaggiate.

Per cinque ore a settimana i soggetti individuati dai servizi sociali si sono impegnati a beneficio della comunità, svolgendo piccoli lavori di manutenzione e pulizia per decorare la città. Attività grazie alle quali gli operatori hanno potuto riacquistare autostima, motivazioni e voglia di fare, per migliorare la propria vita.

Il resoconto del progetto al Parco Gemma è stato presentato ieri, all’ombra degli alberi che circondano le panchine curate dai partecipanti, dal sindaco Simone Millozzi, dall’assessore al sociale Marco Cecchi e da Anna Caico, una delle socie fondatrici dell’associazione Giratempo. «Giratempo è l’associazione che ha collaborato col Comune per l’introduzione di piccole novità all’interno del progetto» ha spiegato la Caico.

LE PANCHINE e i tavoli della zona verde sono stati levigati, coperti di coppale e risistemati; la panchina più visibile del parco è stata tinteggiata in modo artistico, utilizzando una scala cromatica dal giallo al rosso. «Sono veramente orgoglioso di questo progetto – ha dichiarato l’assessore –: è dal 2015 che lo portiamo avanti». Nei due anni precedenti sono stati eseguiti lavori in altre zone di Pontedera, quali il quartiere di Fuori del Ponte, il quartiere dei villaggi e Parco Albereta. «Questo tipo di attività porta beneficio alla nostra città – ha affermato il sindaco – in quanto, ogni anno, siamo costretti a spendere tra i 30 e i 40 mila euro per restaurare i beni pubblici soggetti ad atti di vandalismo; è dunque significativo l’aiuto che questi uomini e donne offrono alla nostra società».