Casciana Terme, Villa Borri chiusa: clienti infuriati

Avevano comprato i trattamenti in albergo. Poi la sorpresa

L’ingresso delle terme di Casciana. Ieri non sono mancate le proteste

L’ingresso delle terme di Casciana. Ieri non sono mancate le proteste

Casciana Terme, 2 marzo 2015 - Il contratto di servizi non è stato rinnovato e i clienti hanno trovato chiuse le porte del centro benessere Villa Borri. E’ quanto successo ieri mattina a più di trenta turisti che avevano acquistato i pacchetti benessere dall’hotel Villa Margherita, albergo che dalla metà di dicembre utilizza attraverso un contratto di servizi le strutture del centro benessere termale Villa Borri. Il contratto stipulato in un primo tempo per il periodo delle vacanze natalizie era stato successivamente rinnovato fino al 28 febbraio. Ieri, primo marzo, le Terme di Casciana, società pubblica della quale il centro benessere fa parte, hanno chiuso il centro per inderogabili lavori di manutenzione, senza a quanto pare dare nessun preavviso. «Siamo esterrefatti – ha detto Luigi Simari che insieme alla moglie Marcella Andreoli e la loro Fincompany gestiscono l’hotel Villa Margherita – è vero che il contratto stipulato con le Terme è scaduto, ma è anche vero che già da qualche giorno cerchiamo senza riuscirci di metterci in contatto con i dirigenti delle Terme. Ed è soprattutto vero che anche in occasione delle precedenti scadenze il nuovo accordo è stato raggiunto senza badare alle formalità e alle date, cercando invece di pensare al bene delle aziende, tanto quella pubblica che quella privata, e al rilancio del centro benessere. Ieri mattina, abbiamo subito pensato ai nostri clienti che hanno potuto comunque usufruire dei trattamenti del centro benessere dell’hotel Villa Margherita. Che non è però la stessa cosa». Il contratto di servizi stipulato tra la Fincompany e le Terme di Casciana prevedeva il versamento di un canone di affitto pari a quattromila euro alla settimana. «Abbiamo sempre onorato i nostri impegni – ha aggiunto Simari – abbiamo versato complessivamente alle Terme in questi tre mesi 35mila euro, abbiamo riattivato una struttura che era praticamente morta e abbiamo prenotazioni fino al mese di aprile». Un comportamento incomprensibile ad una prima lettura, ma che nasconde probabilmente ruggini di diversa natura. «Noi crediamo si tratti di ritorsione nei nostri confronti – ha concluso Simari – per aver voluto a tutti i costi partecipare alla gara, attualmente in corso, per la cessione in gestione delle strutture ricreative annesse alle Terme: Gran Caffè, Chalet e chiosco della piscina».