
Tribunale (foto d'archivio)
Volterra (Pisa), 22 aprile 2016 - C'è una coppia della città etrusca tra le altre quattro che hanno denunciato l’ente Airone, con sede ad Albenga, e che stanno aspettando di capire se anche per i loro casi si arriverà ad un rinvio a giudizio. Sul tavolo della Procura di Savona, quindi, ci sono altre storie analoghe a quelle per le quali il percorso è già un passo in più avanti. Infatti cinque richieste di rinvio a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa sono state presentate dalla Procura di Savona nei confronti dei vertici di Airone, attivo fino a qualche anno fa nelle pratiche di adozioni internazionali e poi cancellato e tra le cui vittime ci sono due coppie pisane, una delle quali, assistita dall’avvocato Tiziana Mannocci che si è battuta con grande determinazione. Il processo è stato chiesto per l’ex presidente ed ex vicepresidente di Airone, Silvia La Scala, 70 anni, e Orietta Maini, 57 anni, l’interprete Inna Troukhan, 48 anni, Alexander Angelidi, 53 anni e Venera Zakirova, 49 anni.
La coppia della Valdicecina che ha denunciato Airone sognava un figlio adottivo e il sogmo avrebbe dovuto concretizzarsi in Russia. Medesima la procedura: pagamento da 10mila a 13 mila euro per la pratica, più spese a parte con il viaggio all’estero. Che in questi casi – sicuramente nel caso della coppia della coppia di Volterra – non è stato fatto anche perché stavano già emergendo le storie delle altre coppie italiane rimaste incagliate nella vicenda. Per la Procura l’associazione Airone avrebbe approfittato del desiderio di un figlio di almeno 22 coppie italiane che chiedevano l’adozione di bambini del Khirghizistan. I bambini non sono mai arrivati, ma di soldi ne sono stati versati tanti. Una delle coppie pisane, ad esempio, al momento di incontrare il bambino ha scoperto che il minore non aveva lo stato di adottabilità. L’ipotesi accusatoria è anche quella che gli incontri organizzati da ‘Airone’ tra le coppie italiane con fantomatici giudici locali fossero solo delle messe in scena per nascondere il fatto che gli iter per le adozioni non progredivano. La prima ribalta della vicenda risale al luglio 2012 quando vennero arrestati il ministro kirghiso dello Sviluppo Sociale, Ravshan Sabirov, e la referente di Airone Venera Zakirova. Invece Alexander Angelidi risulterebbe tutt’ora latitante.
Tutta l’inchiesta è nata a Pisa, grazie alle denunce dei genitori della zona. La squadra mobile della città della Torre ha effettuato tutte le indagini. Poi gli atti sono stati trasmessi a Savona per competenza. In provincia, però, ci sarebbe un terzo caso. Successivo ai primi due, che attende sviluppi della denuncia.