"Alla riforma di Renzi non credo più". Scoppia la polemica tra i docenti precari

Gianna Gradi, abilitata dal 1998: "Come è sempre stato, solo tante belle parole"

RASSEGNAZIONE Gianna Gradi, insegnante di musica nella Valdinievole è una delle precarie storiche a Pistoia. Abilitata nel 1998 con il mega concorsone ha sempre occupato cattedre come supplente con incarichi annualiRADAELLI - Monza mobilieri

RASSEGNAZIONE Gianna Gradi, insegnante di musica nella Valdinievole è una delle precarie storiche a Pistoia. Abilitata nel 1998 con il mega concorsone ha sempre occupato cattedre come supplente con incarichi annualiRADAELLI - Monza mobilieri

Pistoia, 5 marzo 2015 - «RENZI come Ponzio Pilato, se ne sta lavando le mani». E’ questo uno dei tanti commenti ironici che girano sul web in queste ore nei gruppi di riferimento dei docenti precari della scuola in provincia di Pistoia. Il «dietro front» sul decreto legge del governo che avrebbe dovuto accellerare l’agognato ruolo per i centinaia di precari del territorio ( 253 solo nelle scuole elementari e materne) sta sollevando numerose polemiche. Se da una parte la Cisl Toscana vede l’iter parlamentare, anche se più lungo, come un’opportunità per allargare la forbice delle assunzioni, dall’altra, chi aspetta da anni il posto fisso non crede più a nulla.

IN REALTÀ c’è anche chi non ci ha mai creduto, come Gianna Gradi, 47 anni, residente a Quarrata, abilitata all’insegnamento della musica con il mega concorsone del 1998 ma che, a distanza di ben 17 anni di insegnamento, si ritrova ancora precaria. Di ministri all’istruzione Gradi ne ha visti passare tanti ma la realtà è rimasta, almeno per lei, sempre amara. «Tante belle parole, ottimi propositi ma mai nessuno fino ad oggi ha cambiato realmente questa situazione – dice senza troppo scomporsi, quasi rassegnata –. Quando Renzi ha spiegato i suoi propositi se devo essere sincera non ci ho creduto. Ho imparato sulla mia pelle che alla fine quello che rimane sono solo tante belle parole».

Prima nella sua gradutaoria di concorso, per effetto della sforbiciata sulla sua materia di insegnamento, si ritrova in un vero e proprio «pantano».

«DOPO AVER cambiato varie scuole, sempre con incarichi annuali – racconta – da tre anni sono in un istituto della Valdinievole ad occupare un posto assegnato come supllente. La mia unica speranza è che il docente di ruolo in questa cattedra rinunci per subentrare a tutti gli effetti».

L’altra strada che la docente sta percorrendo è quella del ricorso collegiale insieme ai colleghi precari del territorio. «Ci proviamo – dice – a maggio si dovrebbe sapere qualcosa».

« ORA STANNO facendo marcia indietro è evidente – scrivono su internet altri insegnanti precari di Pistoia – il decreto e il ddl non sono stati ancora presentati perché pieni di enormità che, come decreto, non possono passare e come ddl sarebbero cancellate immediatamente. Penso, però, che dopo quasi 7 mesi di illusioni non si doveva arrivare a questo punto. E’ ancora la scuola a prendere un duro colpo, perché Renzi non ha avuto il coraggio di prendere una vera decisione».

Più ottimiste Alessandra Biagini di Cisl Pistoia e Cristina Zini della Cisl Toscana. Secondo il sindacato l’iter parlamentare consentirà una discussione più approfondita. «Come abbiamo sempre detto crediamo che in questo piano di assunzione non debbano essere inclusi soltanto i docenti delle graduatorie ad esaurimento ma anche chi, con gli stessi titoli, è inserito in quelle di istituto – spiegano –. La discussione consentirà un confronto». «Non si possono cambiare i numeri delle assunzioni ogni ora – fa un appunto Biagini – quei numeri sono persone, non stiamo giocando a tombola».

Michela Monti