lucia agati
Cronaca

Aggressione in stazione ai due adolescenti: scarcerata la nomade

La donna, 51 anni, era stata arrestata con l'accusa di tentato omicidio. Ora è agli arresti domiciliari

Giuseppe Greco (Foto Castellani)

Giuseppe Greco (Foto Castellani)

Pistoia, 1 maggio 2016 - E' stata scarcerata la nomade accusata di tentato omicidio nelle indagini sull’aggressione ai due adolescenti pratesi avvenuta nel pomeriggio del 5 aprile scorso alla stazione ferroviaria di Pistoia.

La decisione del tribunale del riesame di Firenze, sul ricorso del difensore della donna (e degli altri tre sinti coinvolti nel drammatico episodio), l’avvocato Guido Tesi del foro di Pistoia, è del tardo venerdì pomeriggio quando la donna, che ha 51 anni e vive in una roulotte del campo di via Buzzati, a Sant’Agostino, è uscita dal carcere. Per lei i giudici hanno disposto gli arresti domiciliari.

Una decisione che incontra la soddisfazione dell’avvocato Tesi: «E’ un primo, rilevante, e importante passo nella direzione giusta. Nei prossimi giorni potremo leggere le motivazioni. Mi aspetto che siano stati valutati diversamente le esigenze cautelari e il quadro indiziario e che decada l’accusa di tentato omicidio». La difesa inquadra l’accaduto come il tentativo della donna di difendere la figlia, coinvolta nell’episodio, ma tutto sarà chiaro soltanto alla fine delle indagini che i carabinieri stanno svolgendo sotto la direzione del sostituto procuratore della Repubblica Giuseppe Grieco. Come si ricorderà quel pomeriggio due fidanzatini, sedici anni lui, quattordici anni lei, furono gravemente feriti da un oggetto appuntito (una sorta di uncino fino a oggi mai trovato).

I colpi raggiunsero lei al collo e lui al torace. Se i soccorsi e le cure non fossero stati tempestivi quelle ferite avrebbero potuto essere fatali per lui ed è per questo che la procura chiese, e ottenne, l’arresto per tentato omicidio della donna. Il movente resta ancora nell’ombra e anche questo sarà più chiaro soltanto al termine di tutti gli accertamenti. In un primo momento l’ipotesi principale fu quella dell’agguato per vendetta dopo una testimonianza durante le indagini su alcuni scippi, da parte della madre della ragazzina aggredita, un’ipotesi non del tutto sfumata ma che rimarrebbe in secondo piano rispetto, invece, a una questione tra adolescenti per una foto pubblicata sui social con un commento «piccante» che avrebbe scatenato gelosie e rabbia così difficili da contenere tanto da far sfiorare una tragedia. Ma secondo la difesa non ci sarebbe stato nessun agguato premeditato, ma soltanto un incontro improvviso tra i protagonisti di questo retroscena che appartiene al mondo chiuso dei social fra giovanissimi, difficile da indagare e, quasi, da comprendere. Due settimane dopo una ragazzina è finita all’ospedale, picchiata sotto la nostra redazione, dopo foto e commenti in rete.