Accordo Bruschi-Tesi, creditori infuriati :"C'è un buco di 8 milioni di euro"

Protesta davanti alla sede di via Castellare

Protesta dei creditori davanti al vivaio Bruschi

Protesta dei creditori davanti al vivaio Bruschi

Pistoia, 22 ottobre 2016 -  «Ci ha ingannati tutti. Sandro Bruschi sapeva e ci ha ingannato». L’operazione che ha coinvolto il vivaio Sandro Bruschi e la Giorgio Tesi Group ha, da una parte, salvato 42 posti di lavoro, ma dall’altra ha messo in enormi difficoltà economiche oltre 100 ditte operanti nel settore vivaistico. Aziende spesso a conduzione familiare, che fornivano materiali esclusivamente a Sandro Bruschi e che adesso rischiano di non riscuotere più i loro soldi. In tutto si parla di oltre 300 lavoratori coinvolti. Alcuni di loro si sono dati appuntamento ieri pomeriggio davanti ai cancelli del vivaio Sandro Bruschi per protestare pacificamente, rivendicando i propri diritti. E i propri soldi. «Siamo contenti dei 42 posti di lavoro salvi – fa sapere Paolo Chiti, portavoce del Comitato creditori – ma noi creditori ci siamo trovati davanti a un ammanco di circa 8 milioni di euro.

Sono centinaia le aziende vivaistiche in Italia ed Europa che aspettano i loro soldi da Sandro Bruschi. Quell’uomo ci ha sempre assicurato che avrebbe provveduto ai pagamenti... e poi è sparito. Non ci ha convocati prima dell’accordo, non ci ha interpellato dopo. Si è semplicemente dimenticato di tutti i creditori: noi la notizia l’abbiamo scoperta leggendo il giornale. E’ inaccettabile». C’è rabbia tra i creditori, ma anche unità d’intenti e fermezza. «Attendiamo ancora di leggere i dettagli dell’accordo tra Bruschi e Tesi Group – sottolinea Paolo Chiti –. Se non arriveranno risposte e non otterremo le dovute garanzie agiremo per vie legali». Le cifre in gioco sono notevoli: alcuni creditori dicono di aspettare da Bruschi soldi dal 2013, altri ancora rivendicano cifre intorno agli 800mila euro. «Anche noi abbiamo dei dipendenti nelle nostre aziende, senza i nostri soldi saremo costretti a mandarli a casa. E’ assolutamente ingiusto» fa sapere un creditore che vuol rimanere anonimo. «SONO STATI CALPESTATI i valori dei contadini – racconta Lisa Trinci –, quelli della parola data. Bruschi ha giurato sulla sua famiglia che i soldi sarebbero arrivati. Lui ha difeso i suoi dipendenti mandando all’inferno noi». «Rivolgiamo un appello anche agli altri creditori sparsi in tutta Italia a farsi avanti – dice Paolo Chiti –, più siamo e più siamo forti. Chiediamo poi una presa di posizione delle istituzioni: per ora dalla Regione e dal Comune c’è stato solo silenzio, così come da Coldiretti e dal Distretto Vivaistico».

Presente alla protesta, invece, Sandro Orlandini di Cia Pistoia: «Supportiamo la battaglia di queste persone, sperando di avere presto altre istituzioni al nostro fianco». «Se non si interviene in fretta – conclude Paolo Chiti – si affosserà l’economia di tutto il vivaismo pistoiese. La gente che ci lavora è vicina a compiere gesti estremi. Chiediamo garanzie, e alla svelta».