"In cura per restare incinta: licenziata". Lavorava nello studio di un dentista

Durante il periodo di assenza ha avuto anche problemi con un tumore

Dal dentista - foto generica (Imagoeconomica)

Dal dentista - foto generica (Imagoeconomica)

Pistoia, 17 gennaio 2018 - Torna al lavoro dopo un periodo di cura per rimanere incinta (ma nel frattempo ha scoperto un tumore, per fortuna guaribile) e al ritorno nello studio dentistico non ha trovato il camice da assistente ma una lettera di licenziamento. E’ accaduto in uno studio della provincia e a denunciare il fatto è stato Umberto Marchi della Filcams Cgil provinciale. Ora la vicenda è in mano allo studio legale del sindacato.

«Faremo di tutto per dare una mano alla donna (che ha una quarantina d’anni, ndr) – afferma Marchi – non solo con un ricorso di lavoro che presenteremo, ma crediamo di avere le carte in regola anche per altro, verso questo medico di grande sensibilità che con il consulente del lavoro, ha dato il ben servito alla donna che rientrava con una bella lettera di licenziamento, come dire che le donne, nel suo studio non possono rimanere in stato interessante, ma devono solo lavorare. Fra l’altro – aggiunge la protagonista di questa triste vicenda è un’assistente alla poltrona mal inquadrata e retribuita, che sta passando momenti veramente drammatici.

IL CASO, che ha avuto il suo epilogo lunedì va avanti da diverso tempo: «Sono da mesi – afferma il sindacalista – che assistiamo questa donna. Abbiamo avuto incontri con consulente del lavoro nel gabinetto medico e successivamente con l’avvocato dello stesso studio, abbiamo notato una chiara presa di posizione del dottore nei confronti della nostra assistita, più volte ha fatto capire che non la voleva più a lavoro. Non eccediamo purtroppo quando affermiamo che le donne sono considerate meno sui posti di lavoro, per alcuni non hanno neppure il diritto alla maternità.

LA DONNA era rimasta in stato interessante subendo un aborto spontaneo, ed è in cura da un noto ginecologo.

«Sta cercando di diventare mamma – spiega Marchi – , una genitorialità che arriverebbe in ritardo, ma che sicuramente non possiamo privare chi la cerca con tutta la sua forza. Abbiamo avanzato richiesta per non farla lavorare il sabato per consentirle di stare di più con il proprio compagno che risiede in un’ altra regione, ma il medico ha respinto la richiesta passando al contrattacco discriminandola e creando il vuoto intorno alla nostra assistita, mettendo le altre dipendenti proprio contro la stessa collega e noi di questo ne siamo testimoni».

«LA TRANQUILLITÀ – spiega il sindacalista – come abbiamo detto anche nei nostri incontri, è importante per questa donna , invece il clima che si è creato, anzi che le hanno creato intorno è stato devastante. Per avere la «tranquillità» richiesta, è stata messa a casa in malattia dal proprio medico curante, poiché ha purtroppo scoperto anche un cancro per fortuna curabile, ma che sicuramente mina la propria serenità. La donna dopo un periodo di malattia non certo ferie come qualcuno di quello studio vorrebbe definire e, previo avviso con lettera raccomandata al proprio datore di lavoro che avrebbe ripreso regolarmente servizio, si è presentata nello studio e ha trovato ad attenderla una lettera di licenziamento. Altro macigno che cade e che aggrava ancor di più già la precaria situazione di salute e psicologica. Mi domando – conclude Marchi – come può un medico comportarsi in questa maniera».