Alzheimer, un treno finto come terapia

L’idea di un’azienda: "Risultati garantiti"

Gian Paolo Bucchioni insieme all’architetto Carlotta Ferri  (foto Acerboni/Castellani)

Gian Paolo Bucchioni insieme all’architetto Carlotta Ferri (foto Acerboni/Castellani)

Pistoia, 19 aprile 2017 - Uno scompartimento ferroviario anni ‘70: i sedili, le luci, le stampe, le reti portabagagli, le targhette che avvertono di non gettare gli oggetti e poi un monitor-finestrino che proietta le immagini registrate di viaggi reali filmati in Italia. Fuori c’è la stazione, la sala d’aspetto, la biglietteria. Sembra di essere in treno. E invece ci troviamo all’interno di un «contenitore terapeutico» realizzato dalla Generali Arredamenti, un’azienda specializzata da un quarto di secolo in arredamento per case di riposo, cliniche e Rsa. Che da cinque anni ha intrapreso un percorso di progettazione e realizzazione di sistemi nell’ambito delle terapie non farmacologie legate all’Alzheimer. Perché il treno? L’idea della terapia del viaggio per l’Alzheimer è dello psico-pedagogista e consulente di vari centri Alzheimer per le terapie non farmacologiche Ivo Giovanni Cilesi, che nel 2009 ha ideato e strutturato la terapia del viaggio che tende a ridurre i disturbi del comportamento e dell’umore nei pazienti con Alzheimer e a stimolare l’area cognitiva favorendo il riemergere dei ricordi.

La costruzione del contenitore è stata condivisa con il dottor Cilesi sia per la parte estetica funzionale che terapeutica. «Il contenitore – spiega l’architetto Carlotta Ferri, responsabile della progettazione terapeutica per Alzheimer di Generali Arredamenti – viene realizzata su misura per ogni struttura, sul vero modello di una carrozza ferroviaria (serie 45000 di II classe in uso fino al 1980), ma abbiamo anche allo studio contenitori terapeutici come il bus, e il battello. Quando l’ospite è agitato, viene accompagnato dal personale all’interno di questo spazio e qui si trova dentro a un percorso simulato che lo fa sentire sicuro. Il treno, il bus e più in generale la terapia del viaggio, stimola nei malati di Alzheimer il ricordo di qualcosa di già vissuto e questa sensazione è in grado di tranquillizzarli».

«Di contenitori come questo – ci spiega mentre ci troviamo all’interno dello scompartimento ricreato nella sede dell’azienda a Pistoia – ce ne sono una decina in tutta Italia; noi in questi anni ne abbiamo realizzate oltre la metà, adattandoli alle esigenze delle strutture, purtroppo però nessuna si trova in Toscana». «Il fornire soluzioni per lo sviluppo e l’attuazione delle terapie non farmacologiche, innovative e complementari alla farmacologia – racconta Gian Paolo Bucchioni, titolare della Generali Arredamenti insieme a Marcello Barbafiera – è ciò che proponiamo agli operatori del settore, nella quotidiana gestione degli ospiti con fragilità demenze e decadimento cognitivo. Un’accurata progettazione e riconfigurazione ambientale, come complemento e contenitore per le terapie non farmacologiche (terapia del viaggio, stanza multisensoriale-vibroacustica, progetto bambola Gully, solo per elencarne alcuni) sono frutto di costante ricerca e collaborazioni scientifiche e rappresentano attualmente il nostro principale impegno come azienda». Uno sbocco logico per Generali Arredamenti in occasione di Pistoia capitale italiana della cultura 2017 e del vivaismo, è stato portare all’esterno questa filosofia, realizzando un «giardino terapeutico» dedicato ai malati di Alzheimer, in collaborazione con l’azienda Mati 1909. Questa nuova opportunità verrà presentata il 18 maggio a Pistoia nel corso di un convegno dal titolo «Sempre verdi dentro».