Salviamo almeno il decoro

Il commento del responsabile della redazione di Pisa Tommaso Strambi

Tommaso Strambi

Tommaso Strambi

Pisa, 19 maggio 2015 - Lo schiaffo è arrivato poche settimane fa. Con la Luminara superata, nello sprint finale, dalla pizza nella corsa al riconoscimento nell’elenco del patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione ci può stare. Anche se, senza contestare la bontà di uno dei nostri piatti tipici, qualche perplessità ci resta. Ma ci sarà modo di recuperare. Ciò detto, tuttavia, non possiamo far finta di niente. Anche perché, spesso, siamo noi stessi i primi a non porre adeguata attenzione e cura al bello che ci circonda. Anzi. Lo bistrattiamo proprio. Lo violentiamo quotidianamente, ad essere sinceri. Basta avventurarsi intorno alla piazza che tutto il mondo ci invidia per rendercene conto. E senza voler scomodare il filosofo tedesco Alexander Gottlieb Baumgarten che, nel 1750, introdusse, con la sua opera ‘Aesthetica’, la scienza filosofica che ha per oggetto l’arte, il bello, appunto, non possiamo continuare a far finta di niente. A lasciare che la sciatteria prevalga fino a sopraffare l’immenso patrimonio storico-artistico lasciatoci in eredità da chi ci ha preceduto nei secoli.

Non ci sono solo gli immigrati (e non importa da dove provengano o se siano europei o africani, asiatici o sudamericani) e quant’altri ogni giorno rendono le nostre strade un coacervo senza regole o a sovranià ridotta. No, c’è anche dell’altro a deturpare la nostra città. E spesso la colpa è nostra o, almeno, di chi non interviene per evitare che il primo che si alza agisca come meglio ritiene. Anche perché, alla base di una qualsiasi convivenza, non si può prescindere dall’esistenza di un minimo di regole. Invece è quello che accade proprio intorno a piazza dei Miracoli per poi propagarsi, come un virus, in tante altre zone della città. Ma oggi che, grazie alle risorse stanziate (non senza sacrifici viste le difficoltà e i tagli statali) direttamente dal Comune e dalla Regione, la città sta cambiando pelle scommettendo sul proprio futuro sempre più attrattivo, non possiamo far finta di niente. O, almeno, è quello che noi de La Nazione, abbiamo deciso di fare. Da oggi iniziamo un viaggio nel decoro violato dall’assenza di regole comuni e lo continueremo finché quanti hanno le competenze non interverranno per porre rimedio a questa violenza del nostro patrimonio storico-artistico e a tutela del decoro della nostra straordinaria e stupenda città. Gli strumenti per intervenire ci sono. Non devono essere inventati o legiferati. C’è solo da armonizzarli e farli rispettare. Da qualche parte, prima o poi, bisogna cominciare. Quando lo facciamo, se non ora? In fondo, parafrasando Umberto Eco de ‘Il pendolo di Foucault’, la bellezza è una sola. Il resto è solo commento. O un alibi per perpetrare all’infinito lo scempio. [email protected]