Coniugi rapinati in casa da tre banditi di notte

Terrore a Metato. Il racconto delle vittime: «Bloccati coi cuscini in faccia. Vedevo il coltello: pensavo di morire»

Lo scorcio di una delle stanze messe a soqquadro dai banditi

Lo scorcio di una delle stanze messe a soqquadro dai banditi

PISA, 28 maggio 2017 - «L’inferno è scoppiato pochi minuti dopo le 23 di venerdì scorso. Ho avuto paura che mi sgozzassero e poi uccidessero anche mia moglie. Alla fine il bottino è modesto: 200 euro in contanti, qualche gioiello e basta. Ma è la sensazione di essere sempre in pericolo che ti lascia addosso un’esperienza del genere sono il danno peggiore e una ferita che non si rimarginerà più». Giovanni Masoni, pensionato di 73 anni, e Losanna Gallinari, 70 anni, hanno passato mezz’ora da incubo venerdì notte nella loro casa di Arena Metato, in via delle Catene. Tre stranieri, «avevano uno spiccato accento dell’est europeo» ricorda ancora sotto choc Masoni, sono entrati da una finestra arrampicandosi fino al primo piano della palazzina nella quale la famiglia vive insieme a quella di altri parenti.

«Mia figlia non era in casa e io e mia moglie eravamo appena andati a dormire - racconta il pensionato - quando ho udito alcuni rumori provenire dalle altre stanze. Ho immaginato che fosse mia figlia che era rientrata e invece a un certo punto ho visto sbucare delle ombre dal buio: ho capito subito». Due dei tre banditi hanno immobilizzato a letto i coniugi premendo loro in faccia i cuscini: «Ho tentato di divincolarmi – dice Masoni – soprattutto perché mi sentivo soffocare e loro mi strattonavano ancora più forte. Per fortuna ho solo qualche contusione, ma ho avuto la percezione netta di essere minacciato con una lama vicino alla gola, l’ho vista con la coda dell’occhio e ho avuto paura che alla fine mi sgozzassero».

Il terzo bandito ha invece rovistato nelle altre stanze e soprattutto nella camera della figlia messa a soqquadro completante e dalla quale sono stati trafugati alcuni gioielli di famiglia, comprese due catenine d’oro di enorme valore affettivo perché corredate da altrettante medagliette raffiguranti un congiunto prematuramente scomparso. «Dopo averci chiuso in camera e aver staccato il telefono e disattivato i nostri cellulari - conclude Masoni - i tre se ne sono andati a piedi, volatilizzandoli nelle campagne circostanti. E’ stato terribile. E ora abbiamo paura». Sull’episodio indagano i carabinieri, che fino all’una di notte sono rimasti in casa nel tentativo di repertare impronte o altre tracce utili per risalire agli autori.