«Subito spray e dissuasori elettrici in dotazione alle forze di polizia»

Finanzieri aggrediti: durissimo intervento del Cocer: «Atto vile»

VIA A.PISANO Continua la polemica dopo l’aggressione ai finanzieri

VIA A.PISANO Continua la polemica dopo l’aggressione ai finanzieri

Pisa, 14 agosto 2017 - ANCHE IERI, La Nazione lo ha verificato, i venditori abusivi erano regolarmente presenti in via Andrea Pisano angolo via vecchia di Barbaricina, dove venerdì pomeriggio si sono verificati gli scontri tra Fiamme Gialle e irregolari senegalesi che hanno tentato di opporsi al sequestro della merce contraffatta con il risultato che tre militari sono rimasti feriti nel contatto fisico. Di ieri il durissimmo intervento del Cocer Guardia di Finanza, Consiglio Centrale di Rappresentanza degli aderenti al Corpo.

«Condanniamo fermamente – scrivono i delegati Cocer Eliseo Taverna, Daniele Tisci, Guglielmo Picciuto e Marco Roda – questi vili ed inqualificabili azioni poste in essere da coloro che sono ospiti in questo Paese ed anziché mostrare riconoscenza vivono nella piena illegalità e con fare strafottente si permettono di aggredire e ferire operatori di polizia e di danneggiare mezzi in loro dotazione con l’intento di evitare il sequestro di merce contraffatta o addirittura di riappropriarsene».

«L’ABUSIVISMO, la contraffazione, così come altri fenomeni illegali vanno combattuti con quotidiana e costante opera di prevenzione e non solo con azioni di sola repressione. I fatti accaduti non sono più tollerabili e la frequenza con la quale si ripetono, anche se con dinamiche e in contesti diversi, fanno emergere chiaramente l’esigenza di dover rivedere urgentemente l’attuale legislazione penale, le regole operative d’ingaggio per le forze di polizia e l’utilizzo di sistemi di ripresa, di deterrenza e dissuasione, quali ad esempio i tanto discussi Taser o spry irritanti, al fine preservare l’incolumità degli operatori e di dare piena certezza all’esecuzione della pena per coloro che si macchiano di reati, così come avviene normalmente da anni in altri Paesi. E’ paradossale, infatti, che giornalmente operatori di Polizia rimangono puntualmente feriti, spesso per banali e semplici controlli di routine (anti-abusivismo, d’identificazione, antimmigrazione, ecc.), quindi, non in particolari contesti operativi per servizi antidroga, anticamorra o antiterrorismo) e, a volte, così come è avvenuto recentemente a una pattuglia della P.S, di dover subire anche la sottrazione della propria pistola d’ordinanza senza poi che i colpevoli ne subiscano le giuste conseguenze commisurate alla gravità dell’azione».

«COSÌ come avviene nei Paesi anglosassoni, c’è assolutamente bisogno di stabilire regole certe che definiscano “zone a rischio uccisione”, ovvero distanze operative di sicurezza da mantenere tra un operatore di polizia ed un cittadino in fase di controllo (in America è pari a circa tre metri) e fasi operative graduali da seguire in modo codificato, duranti le quali il cittadino è obbligato a seguire tutti gli ordini impartiti dall’operatore di Polizia al fine di evitare il più possibile il contatto diretto, dare certezza all’operato delle forze di polizia e preservare l’incolumità fisica dell’agente. Regole operative che se non rispettate dal controllato costituiscono di per sé reato punibile addirittura con l’arresto e pongono, peraltro, l’agente operante nelle condizioni legittime di usare gradualmente ogni mezzo di coazione per eseguire il controllo».

« E’ ARRIVATA l’ora di dire basta – continua il Cocer – verso un modo di operare connotato da regole confuse, non chiare e che espongono oltre misura gli operatori così come è arrivato il momento di non dover più assistere a delinquenti abituali o professionisti della violenza rimessi in libertà, nel migliore dei casi, dopo due ore che si sono macchiati di reati o di violenze inaudite verso gli operatori di Polizia. Ancora una volta il nodo che la classe politica deve sciogliere risiede sul bilanciamento tra la libertà personale di ogni cittadino, anche di coloro che si macchiano di reati, ed il livello di sicurezza pubblica che uno Stato vuole mantenere. Qualsiasi cosa si scelga, la cosa certa è che non è più pensabile addossare alle forze di polizia ed alla loro buona volontà la gestione delle emergenze sociali che affliggono il Paese, non curandosi dell’incolumità degli stessi operatori che ogni giorno viene messa sempre più a repentaglio.