ANTONIA CASINI
Cronaca

«Al lavoro per riportarlo in mare». Regione mobilitata per il delfino

E il Comune «stoppa» anche le canoe. Sul cibo: ‘Valutiamo ordinanza’

Il delfino durante una delle sue nuotate in Arno (Valtriani)

Pisa, 23 febbraio 2017 - Il delfino non è entrato solo in Arno, ma anche in un ginepraio di competenze. Ma, dopo l’appello Arpat, a firma di Cecilia Mancusi (biologa settore mare dell’Agenzia regionale protezione ambientale toscana di Livorno), per proteggerlo in attesa di ricondurlo in mare, la stessa Regione ribadisce con una dichiarazione ufficiale che «l’Ente sta lavorando alacremente al recupero dell’animale per riportarlo nel suo habitat che non è il fiume». Un’operazione che richiederà il coinvolgimento di tanti attori e un forte accordo. Perché, al di là delle macchie che sarebbero peggiorate negli ultimi giorni, la sua salute è a rischio per la permanenza in un contesto a lui non naturale.

La richiesta della biologa riguardava anche la possibilità di vietare la sommisnitrazione di cibo e il transito, almeno, delle barche a motore. Due direttive non semplici da esaudire. Il fiume è di competenza della Capitaneria di porto fino all’altezza della Lega navale. L’aspetto igienico sanitario è del Comune, l’idraulica e la sicurezza sono invece regionali. «Per prima cosa – fanno sapere da Palazzo Gambacorti – andremo alla Canottieri chiedendo ai canoisti di passare lontani dal giovane tursiope che da un mese e mezzo staziona vicino al ponte dell’Aurelia». Sul cibo che l’Arpat si raccomanda di non dare. «Stiamo valutando il modo migliore. Esiste un regolamento comunale ma parla di cibo dato a terra e non è questo il caso. Ci stiamo comunque adoperando per tutelarlo in ogni aspetto», precisa ancora l’amministrazione comunale.

La specie, come ricorda Arpat, «è inserita nella lista delle specie che godono di particolare protezione, oltre ad essere nella direttiva habitat (termine che deriva dal latino “abita”, e che indica ilcomplesso di condizioni ambientali in cui vive una particolare specie, popolazione o comunità animale o vegetale) e Cites». Niente alimentazione articificale né spazzatura: qualunque contatto, per lui, come i pasti forniti a lungo andare, potrebbero essere dannosi fino a portare «esiti letali», dicono ancora gli esperti. Del caso si sta interessando anche l’Anpana Pisa (Associazione nazionale protezione animali natura ambiente) onlus. Domenica dalle 10 i volontari «si ‘armeranno’ di sacchetti e guanti, e procederanno alla pulizia degli argini dove le persone si fermano ad ammirare il delfino, vista la sporcizia che si è accumulata grazie ad alcuni incivili». E anche loro si appellano ai canoisti: «Non girate intorno al delfino per vederlo da vicino, transitate senza sostare, tutto ciò potrebbe stressarlo e peggiorare la sua salute, già a rischio, per la troppa permanenza in acque a bassa salinata».