REDAZIONE MASSA CARRARA

Emanuele, in lotta da una vita contro il cancro: "Ragazzi, amate la vita"

Il racconto della vita di un giovane che nel calcio e nel tifo ha trovato la forza per andare avanti

Emanuele con il padre Eugenio

Carrara, 30 luglio 2014 -  «Amate la vita perché è meravigliosa. Non arrendetevi se incontrate delle difficoltà, lottate fino alla fine. Aggrappatevi a ciò che vi rende felice. Io ho il mio fan club della Juve, voi trovatevi qualcosa o qualcuno da amare, vi darà forza interiore»: è un inno alla vita il messaggio di Emanuele Boni, lanciato mentre lascia il reparto di Oncologia dell’ospedale di Monterosso. Il 26enne era ricoverato da una settimana sotto le cure del responsabile Andrea Mambrini, per una complicazione avuta alla respirazione. Parlare con Emanuele, della sua esperienza di vita ti porta a rivalutare le tue aspettative, relativizzare cosa è importante e cosa è superfluo.

Durante la sua degenza a Monterosso è stata postata su Facebook una foto di lui attorniato da una stanza tappezzata da striscioni, maglie e bandiere della Juventus. Questa immagine ha commosso il web e spinto molti a fare gli auguri a Emanuele per una pronta guarigione. Prima di uscire dal reparto, attorniato dall’affetto della sua famiglia e dei suoi amici, Emanuele sente il bisogno di condividere la sua malattia. É un fiume in piena nel raccontare la sua sofferenza e il modo con cui lo fa è chiaro, spontaneo, senza vittimismi. «Sono un operaio che lavora per un’azienda del gas a Sarzana.

Lotto contro il tumore da quando avevo 2 anni e mezzo. Da lì è iniziata la mia odissea per gli ospedali che mi ha portato a Milano, Bologna e perfino in Francia. A 17 anni ero guarito al 100 per cento. Sono stato costretto a crescere in fretta, acquisire un bagaglio di conoscenze per relazionarmi con persone più grandi di me e questo, con il passare del tempo, mi è stato utile per affrontare la malattia».

Un ragazzo, che nonostante la sua lotta contro le avversità, è determinato ad andare avanti, vivere pienamente la sua età. Da alcuni anni ha incontrato la sezione locale del fan club della Juventus, ‘i bravi ragazzi della curva sud’. che da noi si chiama ‘Noi ci siamo’. Da questo incontro Emanuele ha ritrovato le forze per sorridere, sognare la con la vecchia Signora, avere amici con cui condividere passioni. Addirittura si è tatuato una mano che tiene il mondo e la sigla Br in bianco, rosso e verde, le iniziali del gruppo ultras juventino. «Questi ragazzi sono fantastici — ha proseguito —, mi fanno sentire uno di loro. Mi hanno persino dedicato alcuni striscioni quando la Juventus gioca in casa, con scritto di non mollare mai».

Emanuele è tornato poi a parlare della sua malattia: «Se mi è possibile — prosegue — vorrei dare qualche consiglio a chi si trova nella mia situazione per la prima volta: sarà dura i primi giorni, sarà una batosta da digerire, ma dovete sempre credere nel potere del sorriso e non perdere mai la speranza che possa andare meglio. L’ottimismo e la determinazione possono sconfiggere tutto. Bisogna credere in una futura guarigione. Con la determinazione si può pensare di avere una vita normale. Ringrazio il day hospital del Monoblocco per la professionalità con cui mi hanno trattato ed i miei amici del fan club».