In missione sui mari del mondo a bordo della Nave Carabiniere

Anche i massesi Bongiorni e Cappanera sono sulla ‘Fremm’ della Marina militare italiana

Su nave Carabiniere, da sinistra: Cappanera, Guasconi, Pagnotta, Nieri, Cigno e Bongiorni

Su nave Carabiniere, da sinistra: Cappanera, Guasconi, Pagnotta, Nieri, Cigno e Bongiorni

Massa, 16 aprile 2017 - C’È UN CUORE apuano che solca le acque di tutto il mondo alla guida della ‘Carabinieri’, Fregata europea multi missione (Fremm) della Marina Militare: lontano dai confini nazionali e persino dal ‘nostro’ Mediterraneo, la ‘Carabiniere’ rappresenta un pezzo di Italia che si muove fra i flutti per svolgere compiti di «Naval diplomacy» e di promozione del Made in Italy. Un ‘bel pezzo’ di Italia: 144 metri di lunghezza, quasi 20 di larghezza e circa 50 di altezza dal ponte più basso al più alto. E fra i 180 membri dell’equipaggio convivono uomini e donne provenienti da tutta la nazione. E non manca la Toscana, rappresentata anche da due apuani, a bordo di questa nave che il 20 dicembre è salpata da La Spezia per una campagna lunga sei mesi (il rientro è previsto per il 6 giugno a Civitavecchia dove riceverà la bandiera di combattimento) dall’altra parte del mondo: in Australia e in Sud Est Asiatico. Una missione che finora ha portato la nave in Arabia Saudita, nello Sri Lanka, in Australia, in Indonesia e in Pakistan e arriverà a toccare pure Oman, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi e Israele.

Il tutto sotto il comando del capitano di fregata Francesco Pagnotta, 42 anni da Chianciano Terme. Ed ecco il ‘cuore’ apuano della Carabiniere: il radarista Secondo Capo Scelto, Stefano Cappanera, 45 anni originario di Massa Carrara, e Doriano Bongiorni, 30 anni da Massa, arruolato nel 2009 e oggi a bordo con il grado di Sottocapo di 3ª classe e la categoria «addetto nucleo missili». Cappanera con Nave Carabiniere ha fatto quasi un salto nel passato. «Sono trascorsi 20 anni da quando con nave Artigliere ho navigato per la prima volta in questi caldi mari del sud est asiatico. In questi mesi sto rivivendo esperienze che pensavo allora irripetibili. La nostra preghiera recita ‘uomini di mare e di guerra’ ma, in questo caso, siamo simbolo di un Paese capace di raggiungere la parte opposta del globo terrestre per interessi militari e diplomatici». Cosa rimane di queste missioni dall’altra parte del mondo?

«Durante le soste in Australia, le molte visite della comunità italiana, ci hanno confermato come il nostro popolo non dimentica le proprie radici e il senso di appartenenza di un grande Paese – prosegue Cappanera -, e l’immagine di Nave Carabiniere col tricolore sventolante nella baia di Sydney di fronte al teatro Opera House, sarà l’ennesimo ricordo di un’esperienza con persone speciali con le quali ho condiviso questi mesi di campagna». La passione e la voglia di mettersi alla prova sono le motivazioni che hanno spinto Bongiorni ad arruolarsi 8 anni fa: «Mi occupo della manutenzione e dell’operatività del sistema missilistico di bordo. Durante i miei otto anni in Marina ho tastato con mano le funzioni della forza armata: il dual use con la missione umanitaria White Crane ad Haiti a bordo della portaerei Cavour, sorveglianza con l’Atalanta lo scorso anno e di rappresentanza quest’anno entrambe su Nave Carabiniere. Mi sento fortunato e privilegiato a far parte della Marina Militare. Di questa campagna conserverò sicuramente il ricordo di come siamo stati accolti nei vari porti». Con loro altri toscani tengono alta la professionalità italiana nel mondo: il capitano di corvetta Ugo Nieri, di Massa Marittima, capitano di corvetta del «complemento», il rotariano Alberto Guasconi, 50 anni, medico-chirurgo, specialista in chirurgia generale, il nocchiere Capo di 3ª Classe Francesco Cigna, di Poggibonsi.