Flash mob a Nca, ancora proteste in difesa del lavoro: un altro licenziato

Piero De Luca, uno tre dei dipendenti finiti nel ciclone dei licenciamenti si è nuovamente avvolto con le catene i polsi davanti all’ingresso del cantiere di viale Colombo

I manifestanti

I manifestanti

Carrara, 16 dicembre 2017 - Flash mob con tanto di catene. Ieri mattina Piero De Luca, uno tre dei dipendenti finiti nel ciclone dei licenciamenti di Nca si è nuovamente avvolto con le catene i polsi davanti all’ingresso del cantiere di viale Colombo. Intanto i sindacati confermano che c’è stato un altro licenziamento: si tratta di Piero Sardella. «Le trattative – spiega la sua protesta – portate avanti in queste settimane sono state soltanto fumo.

Mi sono sentito abbandonato e ho deciso di ripartire con la lotta. Stefano è stato reintregrato, io no. Vorrei sapere perché. La proposta di assumermi in un’azienda esterna si è dimostrata un nulla di fatto. Avevo in mente da tempo di ritornare in strada per manifestare il mio dissenso. Dopo che sono stato in Comune e non si è sbloccato niente ho deciso di passare al contrattacco e quindi sono di nuovo qui, con questo gesto momentaneo, a combattere».

Con De Luca c’era il presidio permanente lavoratori Nca, che ha organizzato per lunedì alle 17,30 un’assemblea pubblica davanti ai cancelli di Nca «per la costruzione di una grande mobilitazione popolare per il reintegro di Piero. Dopo 20 giorni di presidio un primo risultato è stato raggiunto: operaio Zanetti è stato reintegrato. Questo risultato è stato possibile grazie alla grande rete di solidarietà attiva che si è costruita attorno all’iniziativa dei due operai incatenati. Questo ci dimostra che con la lotta e la solidarietà popolare è possibile ottenere dei risultati.

Tuttavia la lotta deve continuare perché mentre Costantino tenta di rifarsi la facciata facendo da sponsor alla Carrarese, l’operaio Piero, che con dignità e coraggio ha lottato, non è ancora stato reintegrato. Questa lotta deve continuare perché in ballo c’è non solo il posto di lavoro, ma un modello di gestione della fabbrica fondato sul terrore, e la gestione di un patrimonio pubblico a discapito della collettività. E’ evidente a chiunque abbia un po’ di buon senso che il progetto di Costantino di smantellare ogni ipotesi produttiva nel cantiere passando attraverso attacchi ai lavoratori andrà avanti senza remore. Vincere questa lotta fino in fondo con il reintegro di Piero significa invertire drasticamente la rotta, iniziare a far valere l’interesse collettivo».