Caccia ai cinghiali, flop estivo

Le doppiette denunciano il fallimento del prelievo selettivo. In quasi due mesi abbattuti solo 23 animali

Un cinghiale a maggio nel parco di Villa Massoni, a Massa

Un cinghiale a maggio nel parco di Villa Massoni, a Massa

Massa, 26 agosto 2016 - LA CACCIA sta per riaprire e i seguaci di Diana tornano a parlare delle battute ai cinghiali. Gli ungulati, com’è noto, hanno invaso boschi e campagne tanto da essere presenti persino nel parco di Villa Massoni, a due passi da piazza Aranci, il cuore di Massa. E così Carlo Romanelli, coordinatore CCT (la Confederazione dei cacciatori Toscani che unisce Federcaccia, Arcicaccia e Anuu Migratoristi) Massa Carrara ha preso carta e penna ed è intervenuto sull’emergenza cinghiali ribadendo «la piena disponibilità del mondo venatorio a chiamare i propri associati ad un impegno straordinario».

Nella nota Romanelli prosegue spiegando che ai seguaci di Diana «preme evidenziare che, nonostante il comitato di gestione dell’ATC Massa sia stato tra i primi in Toscana ad attivare il piano di gestione dei cinghiali nelle aree non vocate - come previsto dalla legge obiettivo per la gestione degli ungulati - attraverso l’attuazione del prelievo selettivo della specie (possibile nel periodo fra l’11 luglio e l’11 settembre per 5 giorni la settimana), i risultati ottenuti impongono fin da ora riflessioni sull’efficacia di questa tipologia di prelievo. Ad oggi circa 210 controlli con oltre 280 uscite sono riusciti a prelevare solo 23 capi di cinghiali. Da questi dati, a fronte dei problemi all’attenzione del consiglio regionale che hanno portato all’approvazione della legge obiettivo e alla proposta, per il nostro comprensorio, di una consistente riduzione delle aree vocate, sembra emergere che tali problematiche non saranno risolte. La riduzione delle aree vocate proposta dalla Regione, anche se quest’anno non troverà applicazione – e questo grazie soprattutto all’azione della CCT che ne ha evidenziato le criticità – è fonte di preoccupazione per i cacciatori del comprensorio. La CCT ritiene che se diventasse operativa l’ipotizzata riduzione delle zone proposta dalla Regione si otterrebbero effetti opposti a quelli previsti».

Romanelli conclude ricordando che i cacciatori apuani ritengono «fondamentale che, nella gestione della caccia, si debbano tenere in considerazione i contributi che provengono dall’esperienza del mondo venatorio e degli ATC. Sempre riguardo alla caccia al cinghiale, la Confederazione Cacciatori Toscani di Massa-Carrara dopo aver sentito l’ATC, è intervenuta chiedendo più volte la riduzione del numero minimo, da 50 a 40, dei cacciatori membri delle squadre di caccia operanti sul comprensorio per uniformare le nostre squadre, fondamentali per la gestione dei cinghiali, a quelle degli altri comprensori toscani».