Il clochard ingegnere che alleva topi

Un incendio che poteva trasformarsi in tragedia solleva una volta di più il caso di un uomo che ha deciso di vivere in un rudere

La casa dove aveva trovato un luogo di fortuna per dormire il clochard che è stato salvato dai pompieri

La casa dove aveva trovato un luogo di fortuna per dormire il clochard che è stato salvato dai pompieri

di CRISTINA LORENZI

Carrara, 21 gennaio 2016 - Gli abitanti di via Antica Massa non ne possono più. Hanno rischiato di saltare in aria con tutte le case con le dieci bombole lasciate dal clochard nella baracca che ha preso fuoco l’altra sera. Dopo l’intervento dei vigili del fuoco che hanno salvato dalle fiamme il barbone che vive nel rudere di Avenza, sono saltate fuori dieci bombole del gas che per un puro miracolo non sono esplose. Un caso sotto gli occhi di tutti di cui da tempo si stanno occupando il Comune e le forze dell’ordine con scarsi risultati.

L’uomo, un ex ingegnere di 77 anni, da tempo è sotto il controllo dei servizi sociali che dietro le denunce dei residenti, hanno cercato di allontanarlo dal rudere di Avenza avviando una pratica di amministrazione di sostegno.

L’uomo, che nessuno capisce come si sia ridotto in quello stato dopo anni di attività professionale, ha il domicilio dal fratello a Montignoso, ma ogni volta che viene accompagnato oltrefoce scappa con la bicicletta e torna in via Antica Massa dove nei mesi scorsi avviò persino un vero e proprio allevamento di topi. I residenti della zona erano costretti a vivere chiusi in casa a causa dei ratti che circolavano liberamente e proliferavano nella zona.

Diversi gli interventi di derattizzazione dell’ufficio Ambiente del Comune, che ogni volta ritrovava la casa infestata dai roditori portati e nutriti dall’ingegnere. L’abitazione è stata dichiarata inagibile, ma si tratta pur sempre di proprietà privata.

«Forse un caso psichiatrico – spiegano dal Comune – di cui dovrebbe farsi carico l’Asl con un ricovero in una struttura adeguata». Di fatto, a parte i servizi sociali che hanno avviato la pratica del sostegno e l’ufficio Ambiente con continue disinfestazioni, pare che nessuno riesca a risolvere un problema che sta avvelenando la vita a un intero quartiere e che presenta seri problemi di sicurezza.

«Siamo una decina di famiglie – spiegano i residenti di Avenza – e viviamo nell’incubo che le nostre case possano saltare in aria. Con l’incendio è andato a fuoco anche l’intero tetto di eternit della casa per cui abbiamo respirato chi sa quali sostanze Pericolose. Senza contare che potevano esplodere le bombole che i vigili del fuoco assicurano aver rimosso pochi giorni fa. Ogni intevento si rivela inutile perché l’uomo a ogni disinfestazione provvede sollecito a ripristinare lo stato precedente riportando bombole, topi e quant’altro».