Lucca, provincia di area vasta

Santini

Santini

Lucca, 29 marzo 2015 - Risvegliamoci lucchesi tutti: che siate residenti in periferia o in città, nel Capannorese  o nella Piana, oppure in Valle del Serchio e Garfagnana. No, non è un appello alla classica cura ricostituente di primavera, quando stanchezza, apatia e voglia di dormire ci assalgono senza pietà. Piuttosto è un’esortazione a stare allerta. Perché mentre siamo concentrati sui problemi quotidiani, ciò che è uscito dalla porta rischia di entrare dalla finestra. Mi spiego meglio: nel momento in cui siamo bombardati di promesse, in realtà il nostro territorio si sta svuotando di importanza e funzioni vitali. Purtroppo il tutto avviene con la complicità (consapevole o meno) delle istituzioni locali: che dovrebbero invece tutelarci o ponderare meglio le scelte, baccagliare di più e non accettare supinamente.  L’aspetto più preoccupante riguarda la sanità, con la creazione di una mega Asl che comprenderà Lucca, Pisa, Livorno, Massa e Carrara. «Nessun taglio ai servizi o alla qualità delle prestazioni» assicurano. Sì, ma intanto ci sarà riduzione di servizi (anche se lo negano) e un accorpamento della centrale del 118, la cui sede accentrata finirà all’ospedale della Versilia. E se già adesso il livello delle cure lascia a desiderare, figuriamoci dopo. A questo annuncio, quasi tutti i sindaci hanno espresso generica preoccupazione, troppo blanda.

Non dico che dovessero sdraisarsi sui binari del treno, ma nemmeno bere così l’amaro calice. E sapeste quante altre situazioni ci sono in ballo Ad esempio l’Associazione Industriali di Lucca, già aggregata con Pistoia e Prato, a fine anno procederà con loro alla fusione vera e propria: la presidenza del gruppo, tanto per cominciare, non la avremo. Ma attenzione: pare che anche la sede di Palazzo Bernardini, immobile fra i più prestigiosi del centro storico, possa finire in comproprietà. Non scherziamo: quell’edificio è un patrimonio inestimabile, appartiene all’imprenditoria locale! Restando all’economia, la Fondazione Cassa di Risparmio sta valutando se rimanere azionista di maggioranza del Banco Popolare con quasi il 3 per cento delle azioni (peso che si è concretizzato vista la trasformazione dell’istituto  in Spa) e se ciò consentirà di aver voce in capitolo nel Cda per determinare le scelte. Oppure  se ridimensionare la presenza, cedendo parte delle quote: valore 160 milioni di euro. Una riflessione si impone, mentre nel frattempo la Fondazione stessa sta suscitando le gelosie di Firenze, perché come utile, patrimonio e investimenti è ai primi posti in Italia. Non solo:  a giugno la nostra città ospiterà il congresso Acri, l’associazione nazionale che le riunisce tutte, evento finora realizzato solo nei capoluoghi di Regione.  Non mi stupirei se sulla «cassaforte» di Lucca, così in auge, si muovessero appetiti esterni: ci mancherebbe anche questa.

L’identità e le ricchezze che abbiamo vanno difese con le unghie e con i denti, dobbiamo assumere la consapevolezza che rischiamo di essere accerchiati se sottovalutiamo la forza e il Pil del nostro territorio. Sennò tanto vale arrendersi subito e vendere le Mura, e poi anche Palazzo Ducale, tanto la Provincia sta per essere soppressa. E visto che ci siamo, potremmo far chiudere pure i caselli autostradali, così diventeremo più irraggiungibili di quello che già siamo. Provocazioni a parte,  i Comuni e le categorie devono fare gioco di squadra, senza pensare ognuno al proprio orticello, superando le ideologie e assumendo forza contrattuale. Se invece andremo avanti così, dovremo sostituire anche i cartelli stradali: ci sarà scritto... «Lucca, provincia di area vasta». Che incubo. [email protected]