Dai giovani fino ai sessantenni: blitz antidroga, l'identikit dei clienti / VIDEO

Marocchini in carcere, ascoltati già circa trenta acquirenti

Un frame che mostra lo spaccio al boschetto (immagini Polizia di Stato)

Un frame che mostra lo spaccio al boschetto (immagini Polizia di Stato)

Lucca, 24 settembre 2016 - Una «clientela» assai ampia. A loro si rivolgevano persone dai 20 ai 60 anni. Donne, uomini, giovani, benestanti e non. Anche sportivi, in qualche caso: tra loro infatti, anche giovani in bici da corsa. Alcuni dei clienti tornavano più volte nella stessa sera, altri non riuscivano ad attendere il rientro a casa e consumavano lo stupefacente per strada. C’è chi pagava in denaro, chi invece con generi alimentari o alcolici. La droga, probabilmente, si trova sempre nascosta in quei boschi. Lì dove sono stati fermati dalla Squadra Mobile della polizia diretta da Silvia Cascino quattro cittadini marocchini, attualmente al San Giorgio con l’accusa di spaccio di cocaina.

La notizia, già anticipata qui, oggi si arricchisce di nuovi particolari, illustrati nella conferenza stampa in questura alla presenza della stessa Cascino e del dirigente della Squadra Volanti Davide Caldarozzi. Come l’identikit, appunto, dei clienti, che si dirigevano nei boschi in via Pieve Santo Stefano in località San Martino in Vignale e in via delle Nubache (l’operazione infatti ha preso il nome «Santo Stefano»). Il fermo è scattato per Moussaid El Houciine di 20 anni, Mustafa Karim di 28, Amyn Bouchaib di 26 anni, El Bachir Sami di 24 anni, tutti irregolari sul territorio nazionale e senza fissa dimora.

Grazie alle numerose segnalazioni dei cittadini, la polizia ha iniziato gli appostamenti, filmando anche le cessioni di droga che avvenivano principalmente nei pressi di un cancello oltre il quale si nascondevano i quattro. Già ascoltati in questura circa trenta persone. Il giro era assai vasto, visto che la polizia suppone circa 30-40 cessioni di stupefacente al giorno, soltanto in due mesi, a partire dalle 17 di pomeriggio fino a notte fonda. La svolta nell’indagine risale a fine agosto, quando una Lancia Y bianca si è accostata al cancello; a bordo, il quarto marocchino, incaricato di accompagnare i complici sul posto e, in seguito, riportarli a Montigiano (Massarosa), ove i quattro vivevano.