Londra: le grida, gli spari, il panico. "Vive per miracolo"

Letizia, Lucia e Sara scampate al massacro

Sara e Letizia in uno scatto di mercoledì a Londra

Sara e Letizia in uno scatto di mercoledì a Londra

Lucca, 23 marzo 2017 - "Andiamo a piedi, ha smesso di piovere»: una passeggiata può allungare la vita. E’ quanto successo a tre lucchesi che mercoledì pomeriggio si sono trovate a un passo dal Westminster Bridge, a Londra, il ponte dove un terrorista islamico ha mietuto vittime con una folle corsa a bordo di un suv, uccidendo anche un agente con un coltello, prima di essere abbattuto dalle forze di sicurezza presenti nei pressi del Parlamento inglese. Una storia incredibile, fatta di coincidenze che lasciano senza fiato. Coincidenze che hanno evitato a Letizia Luporini, sua mamma Lucia e a Sara Contino di trovarsi su quel maledetto ponte proprio alle 14.45, quando l’assassino ha falciato i passanti.

«ERAVAMO alla National Gallery - spiega Letizia - dovevamo arrivare nella zona del Parlamento per vederlo insieme alla cattedrale e dare un occhio alla ruota panoramica a cui si accede proprio dal ponte. Abbiamo cambiato programma, decidendo di andare a piedi, visto che aveva smesso di piovere. Non l’avessimo fatto, saremmo sbucate dalla stazione metro proprio nei pressi del ponte e i minuti di anticipo sarebbero stati fatali: ci saremmo trovate nel mezzo della mattanza".

DECIDENDO di andare a piedi e dunque allungando di qualche minuto il tragitto, quel tanto che è bastato per evitare il peggio, le tre donne si sono trovate però nel pieno della sparatoria. «Eravamo appena arrivate nel giardino che si affaccia davanti all’ingresso principale del Parlamento - continua Letizia - e abbiamo visto un certo movimento e atterrare due elicotteri d’improvviso: mi è venuto d’istinto di filmare il loro atterraggio, era comunque un evento inconsueto, ma non credevamo certo di essere in mezzo a un attacco terroristico. Lo abbiamo realizzato pochi istanti dopo: la voce di un poliziotto in borghese che urlava all’attentatore a sessanta metri da noi ci ha stravolto. Gli gridava a squarciagola: ‘Mettiti in ginocchio, mettiti in ginocchio! Fermati, fermati!’. Poi tre spari secchi e il panico. Siamo scappate verso St James’s Park all’impazzata e con noi tantissime altre persone. Davvero tanta paura, con i poliziotti, una volta nel parco, che ci dicevano che non stava succedendo nulla. Da lì abbiamo preferito percorrere a piedi i cinque e passa chilometri per tornare alla stazione ferroviaria dove avevamo il treno per andare in aeroporto. Ci è andata bene, c’è da accendere un cero in chiesa grosso così".

PER LETIZIA si trattava di una vacanza di un solo giorno, un voucher per un volo aereo, un regalo di un’amica per la laurea in Architettura conseguita di recente a Firenze, dove ora abita. La prima telefonata sul cellulare è stata proprio di quella sua amica in angoscia: "Dimmi che stai bene, vero?". Sì, ma camminare allunga la vita. E non è un modo di dire.

Fabrizio Vincenti