Basket, lo scudetto '89 e la finale contestata; l'ex gm di Pesaro: "Milano fu aiutata dalla politica"

I tifosi dell'Enichem Livorno tornano a recriminare su quel maggio di fuoco alla luce di due articoli del Resto del Carlino L'EX GM DI PESARO GATTI: "COSI' CI FECERO PERDERE A TAVOLINO LA SEMIFINALE" / IL MAGISTRATO CASULA E I RETROSCENA SULLA MONETINA

MAGGIO 1989 Meneghin steso nella ambulanza fuori dal palas:  una sceneggiata

MAGGIO 1989 Meneghin steso nella ambulanza fuori dal palas: una sceneggiata

Livorno, 3 novembre 2014 - E' una polemica che forse non finirà mai su quello che è uno degli scudetti più contestati della storia dell'intero sport. Enichem Livorno-Philips Milano, la famosa finale scudetto del maggio 1989, con il tricolore assegnato a Milano per un canestro che ancora oggi è impresso nella memoria di tutti. Su quello scudetto e su quel campionato tornano a discutere i tifosi livornesi. Soprattutto alla luce di un paio di articoli del Resto del Carlino, edizione di Pesaro su quello che accadde nelle semifinali di quella post season: Scavolini Pesaro-Philips Milano fu una serie vinta a tavolino da Milano dopo una monetina lanciata dagli spalti che colpì il celebre Dino Meneghin. "La vittoria a tavolino fu ordinata dalla politica" - LINK, dice nell'intervista che ha fatto scalpore l'allora general manager di Pesaro, Guido Carlo Gatti.

La commissione di giustizia sportiva che giudicò il fattaccio sembrava in un primo tempo propensa a non dare la vittoria a tavolino a Milano. "Ma poi accadde qualcosa - dice il general manager - che cambiò la decisione e dette la vittoria a tavolino ai lombardi". Insomma secondo l'allora gm i poteri forti e la politica, in particolare il partito socialista, spalancarono le porte della finale a Milano. Parole che dice anche il magistrato in pensione Pierfrancesco Casula in un altro articolo del Resto del Carlino di Pesaro, che riprende il capitolo del libro scritto da Casula sulla sua vita professionale. Con un capitolo intitolato "Meneghin" (LINK) che parla dei retroscena di quella decisione della commissione giudicate. 

Gli articoli girano sui social network e rafforza la convinzione dei tifosi: "Milano non doveva essere a quella finale che poi ci ha sottratto". Cosa successe dopo quella semifinale con Pesaro è cosa nota. Servirono cinque partite per stabilire la vincente dello scudetto tra Milano e Livorno. All'ultimo secondo di gara-5 il canestro prima assegnato e poi tolto ad Andrea Forti scatenò un caos in campo e fuori che tutt'oggi è nei ricordi dei livornesi. Lo scudetto andò a Milano tra le proteste e le polemiche che durarono per giorni e che ancora oggi, a 25 anni da quella partita, tengono banco. E gli articoli di Pesaro rafforzano la convinzione dei supporter labronici, da sempre convinti di esser stati derubati.