«Siamo condannati ad esplorare». L’astronauta Nespoli star alla Kayser

Sulla Iss lavorerà su esperimenti «fabbricati» dall’azienda livornese

L'astronauta Paolo Nespoli

L'astronauta Paolo Nespoli

Livorno, 14 febbraio 2017 - E’ lo starman italiano per eccellenza, al suo terzo viaggio nello spazio. Paolo Nespoli, ospite ieri della Kayser Italia, ha spiegato quali saranno gli esperimenti che porterà avanti e quali obiettivi segneranno la sua prossima missione. La partenza è fissata per inizio estate dal cosmodromo di Bajkonur. «La Stazione Spaziale Internazionale è un laboratorio speciale, dove possono essere sperimentate cose altrimenti impossibili da fare sulla Terra - ha detto l’astronauta - Le missioni di lunga durata, come quella per la quale sono pronto, richiedono una complessa preparazione. Una volta nello spazio non si è più solo ingegneri, come nel mio caso, ma si diventa contemporaneamente medici, idraulici, elettricisti e gruisti. Ci si trasforma, insomma, in «manutentori« di una casa molto speciale. Soprattutto facciamo da cavie, per i vari esperimenti da portare avanti«. La biologia umana è spesso la vera protagonista, dal momento che in assenza di gravità il corpo umano reagisce in modi specialissimi. «Si controlla la variazione della pressione, come cambia la forza nelle mani o ancora l’invecchiamento osseo - ha aggiunto Nespoli - Appena in orbita, infatti, l’organismo percepisce l’assenza di gravità e inizia un processo di smantellamento della struttura ossea: di fatto «inutile«. In pratica si riproducono le condizioni di un anziano osteoporotico che perde calcio, il tutto però in un corpo sano». 

I risultati dei vari esperimenti poi hanno ricadute pratiche nella ricerca e nella quotidianità sulla Terra. «Siamo condannati a esplorare, che è anche la nostra forza oltre che un bisogno inconscio. Come i bambini sentiamo il desiderio di andare oltre il limite imposto: insomma andiamo fuori della Terra, per la Terra. E’ così che diventiamo... degli extraterrestri«. Nespoli ha poi precisato di essere «un astronauta dell’Agenzia spaziale europea, perché dal 1998 anno di fondazione di un corpo unico non si è più astronauti «nazionali«. Si va nello spazio rappresentando l’umanità, non solo con una bandiera di appartenenza. Questo vale per tutti i viaggi che faremo, compreso quello verso Marte». Per andare sul pianeta rosso, ha aggiunto Nespoli, il «modello ISS» è la carta vincente: la cooperazione è fondamentale per evitare blocchi. Ci sono tante teste che devono decidere, ma alla fine il risultato è solidissimo. La Kayser Italia, partner importante e con oltre 30 anni di esperienza nel settore aerospaziale alle spalle, avrà un ruolo cruciale: è qui infatti che si trova uno dei sottocentri di controllo riservati a un certo tipo di esperimenti ed equipaggiamento. «Si trova qui - ha aggiunto l’astronauta insieme all’ingegner Zolesi - uno «User support and operation center«, da dove tramite la Nasa è possibile accedere alle risorse in tempo reale e mettersi in contatto con gli astronauti. Gli sviluppatori di software, hardware, ricercatori e scienziati seguono ogni operazione e intervengono con contributi operativi nell’esecuzione dell’esperimento».