Sedicenne stuprata in un alberghetto del centro, soccorsa in lacrime dai passanti

E' caccia all'uomo. C'è un identikit

Violenza

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La Spezia, 14 giugno 2016 - L'ha avvicinata per strada. Qualche complimento, una birra assieme, poi la trappola: «Vieni con me, che parliamo ancora, ho tante cose da dirti. Ti offro da bere». Così un uomo, ieri pomeriggio, ha abusato sessualmente di una ragazzina di appena 16 anni. Una storia terribile, accaduta a due passi dal centro e dall’ospedale Sant’Andrea, in via Piave, dove l’uomo – un trentenne romeno, ora ricercato dalle forze dell’ordine – è riuscito a farsi dare le chiavi di una camera di una piccola struttura ricettiva, luogo dove poi ha abusato della giovane. L’episodio è avvenuto poco dopo le 15. L’uomo, alto con la testa rasata, maglietta arancione e pantaloni scuri, avvicina la vittima – spezzina, residente in città – nel cuore di via Veneto. La convince a entrare in un bar, dove consumano alcune birre.

Poi, mette in atto il suo terribile piano. La induce a seguirlo. Percorrono qualche centinaio di metri, e arrivano in via Piave. Qui, il romeno ottiene dall’impiegato della piccola struttura ricettiva le chiavi di una camera. E una volta dentro, si avventa contro la ragazzina, abusandone. La giovane, in qualche modo, riesce a fuggire. Esce in strada, sconvolta, ed è subito soccorsa da una coppia di spezzini residenti in zona. Anche il bruto esce dall’albergo. E quando capisce di essere stato scoperto, si riveste di tutta fretta e si mette a correre. Raggiunge via Veneto, dove riesce a prendere al volo un autobus in direzione del centro città. Alcuni provano a seguirlo, ma non riescono a raggiungerlo.

Un’altra persona mostra grande prontezza di riflessi: tira fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni, e scatta diverse immagini del rumeno mentre cerca di raggiungere la fermata del bus. Quelle immagini in breve tempo finiscono sui telefoni cellulari degli agenti di polizia, i primi a intervenire con due volanti in via Piave. Scatta la caccia all’uomo, che attorno alle 18 sembra portare i primi frutti: gli uomini della squadra volante e della Mobile rintracciano nei pressi della Spallanzani un uomo simile a quello immortalato nelle immagini scattate dal testimone. Lo fermano e lo portano in Questura, ma ulteriori accertamenti lo scagionano da ogni sospetto. Intanto la giovane, con tutta la delicatezza del caso, viene trasportata al pronto soccorso del Sant’Andrea. Qui, viene attivato il «codice rosa», con la giovane che viene visitata dai medici e poi ascoltata da psicologi e agenti. La ragazzina, ascoltata dagli investigatori della squadra mobile diretta da Girolamo Ascione, ha confermato di aver subito violenza dall’uomo, affermando di non conoscere il proprio aguzzino. Che, tuttavia, non avrebbe ancora un nome: secondo quanto trapela da fonti investigative, gli addetti della struttura ricettiva non avrebbero registrato la coppia.