La regola del buonsenso

Anna Pucci

Anna Pucci

La Spezia, febbraio 2016  - CHI HA VOLUTO mettere mano a piazza Verdi desiderava, probabilmente, lasciare un segno in città: un’opera per la quale un’amministrazione comunale meritasse, nel tempo, d’essere ricordata. La battuta è facile: obbiettivo raggiunto. Sarà difficile per Spezia dimenticare una vicenda kafkiana di queste dimensioni. Roba da sospettare una stregoneria, un malocchio.

Dal braccio di ferro con la Soprintendenza ai tempi di cantiere dilatati oltre misura, con danni alle attività commerciali e disagi per tutti; dalle corsie carrabili troppo strette alle ambulanze intrappolate tra gli autobus. Per arrivare al travertino: appena posato e già in briciole. Verrebbe da sorridere se non ci fosse, metaforicamente, da piangere.

Ma su una cosa non si può scherzare: la possibilità che avvenga l’irreparabile. Come spiega il padre del bimbo che ha rischiato d’essere investito da un bus. La piazza, così com’è, risulta pericolosa. Il buon senso lascia poco spazio alle opinioni: il progetto va cambiato.