L'islamico tra noi

Anche uno spezzino convertito tra i fedeli nel centro culturale aperto al Canaletto

Roberto D'Antone

Roberto D'Antone

La Spezia, 25 aprile 2016 -  SI CHIAMA Roberto D’Antone, è nato e cresciuto a Spezia. Ma da 8 anni ha abbracciato l’Islam e il Corano. C’era anche lui, sabato mattina, all’inaugurazione del centro culturale islamico di via Mantegazza al Canaletto. Luogo di cultura e di preghiera che ha attirato la curiosità di molti spezzini. Circa trecento le persone all’apertura della struttura, tra cui il vescovo Luigi Ernesto Palletti: è stato il primo tra le autorità a levarsi le scarpe per entrare nel salone, sfarzoso di tappeti e ceramiche arrivate dall’oriente, con cartelli coi precetti del Corano e la lavagna luminosa che indica gli orari dei cinque momenti di preghiera. Significativa la stretta di mano col ministro di culto Abderrahim Salhi e il responsabile del centro, Aityounss Lahoussain, quasi a voler spazzare via i timori che nei giorni scorsi hanno agitato parte dei residenti ed alcuni consiglieri comunali. «UN

PASSO importante per l’integrazione, ma c’è da lavorare ancora. Fortunatamente i ragazzi cominciano a capire un po’ di più, prima c’era maggiore chiusura», spiega Roberto D’Antone, lo spezzino convertito all’Islam. Che racconta: «Ho iniziato nel 2007. Mia moglie è marocchina, la voglia di conoscere mi ha spinto ad approfondire il Corano, e mi sono sentito più vicino ai principi dell’Islam che a quelli del Cristianesimo. Ho abbracciato questa fede nel “giorno del destino” del Ramadan: ho cominciato a pregare nella moschea di Fossamastra». Gli integralismi rimangono fuori dalla porta di casa: «Ho due femminucce, quando sceglieranno la strada da seguire, dovranno essere convinte di quello che fanno. Sarebbe ideale che prendessero la strada dei genitori, Inshallah (“Se Allah vuole”, ndr). Sarà una sofferenza se ne prendessero un’altra, ma sono decisioni loro. Gli amici? All’inizio hanno notato il mio cambiamento, spesso ci scherzavano sopra. Mi dicevano “Roberto, non ti riconosciamo più” ma con loro ancora oggi ho un ottimo rapporto».

LA CERIMONIA, col suo rigido incedere, finisce con un grande pranzo offerto dalla comunità islamica. Ci sono anche Roberto Del Frate e Angela Nigliato, marito e moglie. «Io sono agnostico ma sono venuto per conoscere questa realtà e questo mondo – spiega Del Frate – e chissà che un domani non possa frequentare questo centro». Poco distante un’altra spezzina,Elisabetta Cozzani: «E’ importante conoscere le ragioni che muovono le diverse culture per trovare il dialogo. Spero per il mondo arabo che anche le donne possano parlare».