Teoria del Gender nelle scuole? La maggioranza Toti dice ‘no’

Le due mozioni passano in consiglio, valanga di polemiche

FRONTI OPPOSTI La teoria che da mesi sta agitando  il mondo cattolico spacca l’opinione pubblica

FRONTI OPPOSTI La teoria che da mesi sta agitando il mondo cattolico spacca l’opinione pubblica

La Spezia, 29 ottobre 2015 - NO all’insegnamento della ‘Teoria Gender’ nelle scuole liguri. Con i voti favorevoli della maggioranza, e tante polemiche, il consiglio regionale ligure impegna la giunta affinché nelle scuole non venga introdotta la teoria che da mesi sta agitando il mondo cattolico, al fine di «veder rispettato il ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità, riconoscendo il suo diritto prioritario e affinché si educhi a riconoscere il valore della differenza sessuale e della complementarietà biologica».

DUE LE MOZIONI approvate con sedici voti favorevoli e 14 contrari: la prima proposta dal consigliere di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e dal leghista Alessandro Puggioni, il secondo dai forzisti Angelo Vaccarezza e Claudio Muzio. Nel primo documento si chiede che nelle scuole «si educhi al rispetto del corpo altrui e al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva. Questo implica che si tenga conto delle specificità neurofisiologiche e psicologiche dei ragazzi e delle ragazze in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile, prevedendo corsi di educazione all’affettività e alla sessualità concordati con i genitori». La seconda sottolinea che la cosiddetta teoria del gende sosterrebbe «che le differenze biologiche tra i sessi, a parte quelle strutturali, non esistono; che l’identità prescinde dal dato biologico; che nella persona, così come nella famiglia, i ruoli sono elastici ed intercambiabili; che la complementarietà secondo natura tra i due sessi è solo un’ideologia».

Tra i principali sostenitori di entrambe le mozioni c’è il consigliere spezzino Andrea Costa, che sottolinea: «Per noi la famiglia, formata da un uomo e una donna, costituisce un valore non negoziabile. Attraverso la teoria del gender si cerca di minare in maniera pretestuosa i valori ed i principi alla base della famiglia. Non si tratta di una battaglia a carattere religioso, ma laica».

CERTO è che non sono mancate le polemiche, con le opposizioni che in blocco hanno votato contro entrambe le mozioni. Per Giovanni Lunardon (Pd) «il dispositivo tende a contrastare fantomatiche teorie gender nelle scuole, ma non esiste alcun atto del governo o di un insegnante perché non esiste neppure la teoria», mentre Giovanni Pastorino (Rete a sinistra) si è detto preoccupato che certe visioni del mondo entrino a far parte dei criteri per la scelta dei docenti da parte dei presidi manager. Contrari anche i grillini. Francesco Battistini ha ribadito come le due mozioni «si basano su un grosso granchio: nella riforma della scuola di Renzi non c’è alcun riscontro reale. Per fortuna omosessualità ed eterosessualità non si insegnano a scuola».