‘Vespucci, processate gli ammiragli’

Cinque richieste di rinvio a giudizio per la morte del nocchiere / LA LETTERA DELLA MAMMA

I nocchieri del Vespucci hanno ricordato Alessandro Nasta

I nocchieri del Vespucci hanno ricordato Alessandro Nasta

La Spezia, 18 marzo 2015 - LA MORTE del nocchiere Alessandro Nasta, 29 anni, precipitato dall’albero di maestra del Vespucci e l’inchiesta della magistratura sulla tragedia consumatasi il 24 maggio del 2012 al largo di Civitavecchia hanno prodotto un effetto pratico sulla nave-scuola della Marina Vespucci ancor prima degli sviluppi giudiziari: la rivisitazione delle procedure e dei sistemi di sicurezza per le manovre alle vele, dalla salita sulle griselle, al posizionamento sulla coffa e sui pennoni fino alla discesa sul ponte, badando a trovare la migliore sintesi tra tradizione marinaresca da preservare e sicurezza da ottimizzare. Obiettivo: evitare che altri marinai facciano la fine del giovane brindisino acrobata del mare; di qui lo studio e la messa in opera, in atto e in divenire, di sistemi di vincolo e trattenuta anche là dove in passato non c’erano, come all’altezza della «coffa» (nell’intersezione fra albero e pennone) da cui cadde, senza un lamento, Alessandro. «Finalmente!» dice la mamma Marisa Toraldo (che ci ha inviato un lungo intervento, una parte del quale ospitiamo qui a fianco rinviando al nostro sito internet per la lettura completa). L’affondo del cuore di mamma si colloca nel giorno in cui si materializza la svolta nell’inchiesta del pm di Civitavecchia Gianfranco Amendola: cinque richieste di rinvio a giudizio per omicidio colposo e due richieste di archiviazione. Ad uscire di scena sono il comandante attuale del Vespucci, Curzio Pacifici e il responsabile del servizio di prevenzione Marco Filzi. Inizialmente indagati con l’accusa di aver omesso d’effettuare la valutazione dei rischi, hanno dimostrato di aver adempiuto. A doversi difendere - nell’udienza preliminare il 25 giugno prossimo - saranno invece tre ammiragli: l’attuale capo di stato maggiore della Marina Giorgio De Giorgi, all’epoca dei fatti comandante della squadra navale; Luigi Mantelli Binelli, all’epoca capo di stato maggiore della Difesa e Bruno Branciforte, allora capo di stato maggiore della Marina; l’allora comandante del Vespucci Domenico La Faia e il suo vice Marco Grassi. La Faia, secondo l’accusa, avrebbe assegnato a Nasta «il compito di operare in alberata senza accertarsi delle sue condizioni di salute psicofisica», visto che il marinaio aveva già lavorato nel turno precedente. Grassi non avrebbe consegnato a Nasta «idonei dispositivi di protezione individuale». De Giorgi avrebbe «omesso di redigere il documento di valutazione dei rischi in collaborazione con il rappresentante dei lavoratori, di aggiornarlo e rielaborarlo successivamente all’accaduto nella sua immediatezza». E ancora, sempre De Giorgi e poi anche Branciforte e Binelli Mantelli avrebbero omesso di verificare e accertare l’applicazione di una circolare sulla valutazione dei rischi presso le strutture dipendenti.

Corrado Ricci