Arsenale, il turn over è necessario. "Legge speciale per le assunzioni"

L’idea del direttore Corona sull’esempio della “ferma” volontaria

L’ammiraglio Stefano Corona

L’ammiraglio Stefano Corona

La Spezia, 20 marzo 2017 -  UNA LEGGE speciale per gli Arsenali della Marina. E, ancora prima, entro un anno, almeno 50 assunzioni nello stabilimento spezzino: un passaggio, questo, imprescindibile, perfino più importante del rinnovamento delle infrastrutture che, con i 30 milioni di euro in campo del Piano Brin e l’erogazione col contagocce, arriveranno a capolinea chissà fra quanto, comunque rappresentando «una goccia nell’oceano dei bisogni». E’ Sos alla politica quello lanciato ieri dal direttore dell’Arsenale, l’ammiraglio Stefano Corona, nel discorso rituale per la festa di San Giuseppe, davanti a autorità, dipendenti e sindacalisti. Con questi ultimi soddisfatti e al tempo stesso spiazzati. Sì perché l’appello per le assunzioni si è fatto anche proposta di strumento normativo da adottare.

L’IDEA lanciata è quella di traslarlo dall’esperienza della forza armata, dove esiste la ferma volontaria prefissata, in pratica contratti a termine, da uno a 4 anni, alla fine dei quali i piu meritevoli vengono stabilizzati; chi non si dimostra tale ha comunque titoli in più da spendere nel comparto privato. «Comprensibili le difficoltà ad assumere. Di promesse ne sono state fatte molte. A voi più che a me – ha detto l’ammiraglio rivolgendosi alle istituzioni –. Ma se spaventano le assunzioni a tempo indeterminato potrebbero essere studiate altre soluzioni tipo i contratti di formazione e/o le formule usate nel campo militare Vfp1/4». Con ciò rivendicando la centralità della formazione interna e mirata. Cioè a dire la rimessa regime della mitica Scuola allievi operai, con riferimento non solo al travaso di saperi ma, ancor prima, alla professionalizzazione fondata sulle nuove tecnologie.

«SI POTREBBE pensare ad un Arsenale dual use che assumesse con contratti a tempo determinato anche come skyjump per le aziende dell’indotto, che facesse da volano assorbendo nei periodi bui e rilasciando quando le aziende tirano». Di qui la proposta, sull’onda delle legge navale, di una legge speciale per rivisitare il Piano Brin e fare un programma a 360 gradi, con riguardo a infrastrutture, assunzioni, missione e governance. «Una sfida che l’Arsenale e la Marina non possono vincere la soli. Sono conscio delle difficoltà che si incontrano quando occorre un coordinamento tra vari attori ma occorre agire rapidamente». Ora o mai più: «La situazione è particolarmente propizia per l’ottima sinergia tra Marina, sindacati, associazioni aziendali, industrie dell’indotto e istituzioni». Poi un monito: «Più che fare calcoli su quanto costa il fare, occorrerebbe pensare a quando costerà il non fare». E infine un avvertimento, impregnato di orgoglio: «In ogni caso l’Arsenale della Spezia venderà cara la pelle lottando anche contro l’anagrafe per continuare a supportare le unità della Marina con tutte le energie».