"Svegliato dal ladro acrobata in casa. Ho paura, chiederò il porto d’armi"

Grosseto senza pace: notte di terrore per un medico e la sua famiglia. Lanciato dalla finestra il gatto di casa

Sono sempre di più i ladri che si arrampicano per rubare

Sono sempre di più i ladri che si arrampicano per rubare

Grosseto, 10 novembre 2015 - «Ho avuto paura. E credo che adesso prenderò il porto d’armi perché questo senso di insicurezza mi distrugge». Fabrizio Viggiani, medico urologo grossetano ed esponente politico di spicco di Nuovo Centro Destra, ha vissuto una notte di terrore. Intorno alle 3 di lunedì mattina ha sentito la sua nipotina di tre mesi iniziare a piangere nella camerina dove dormiva. La moglie del medico si è alzata, ma dopo qualche secondo ha cominciato a gridare a urlare. «Mi sono precipitato in sala e ho trovato mia moglie impietrita - racconta Viggiani -. Stava piangendo». In pratica, la signora aveva visto nella penombra un ladro che stava rovistando nei cassetti in sala. Ha tentato anche di aggredirla, ma le urla lo hanno messo in fuga. «Il mio primo pensiero - racconta l’urologo - è stato per la mia nipotina che stava dormendo con mia figlia in camera, ma fortunatamente stava bene».

Viggiani abita al secondo piano di un appartamento in una zona residenziale del capoluogo maremmano. Da una prima ricostruzione effettuata dalla polizia pare che il ladro (ma forse erano due) sia entrato nell’appartamento arrampicandosi dai tubi del gas. La stessa strada che ha percorso per fuggire, in pochi attimi. «Era un ragazzo alto, longilineo, rapidissimo», prosegue Viggiani. Ma non solo. Dopo il furto, è scomparso anche il gatto: «Credo che il ladro, per non farsi scoprire, abbia lanciato il nostro micio dalla finestra – dice il medico –. Lo stiamo ancora cercando. Sono davvero delle bestie». Viggiani allarga il discorso: «Ho avuto un grande sostegno da tutte le persone del vicinato e la cosa non mi sorprende. Credo che la sicurezza sia ormai un problema che la prossima amministrazione, di qualunque colore sia, dovrà cercare di risolvere».

Anche la provincia - un tempo tranquilla - adesso è in mano alla criminalità. «La scelta di prendere il porto d’armi è ponderata, ma credo che sia inevitabile - conclude il medico -. Ero in casa con mia figlia, mia moglie e la nipotina di tre mesi. Mi sono sentito impotente di fronte agli eventi. Ecco, non sapevo come difendermi. Con un’arma sarebbe stato diverso. Le conseguenze? Passerebbero in secondo piano». «Mia figlia ha subito un furto a casa sua a Pisa, e adesso questa esperienza. Credo - conclude il medico, cui qualche giorno fa era stato rubato anche il portafogli all’ospedale mentre stava operando - che la notte non sarà più come prima».