Donna trovata morta in casa: il figlio non risponde alle domande del pm

La polizia ipotizza una lite tra i due per dei debiti di gioco del figlio: l'accusa è omicidio preterintenzionale

Il corpo della donna viene portato all'obitorio (Aprili)

Il corpo della donna viene portato all'obitorio (Aprili)

Grosseto, 26 ottobre 2015 - È rimasto in silenzio di fronte al sostituto procuratore Laura D'Amelio e al procuratore capo Raffaella Capasso, Giuseppe Di Gioia, 47 anni, il figlio della donna trovata morta in casa in via Sauro a Grosseto che era stato fermato con l'accusa di omicidio per la morte della madre. L'uomo, che si trova in carcere dalla notte di domenica, è difeso dai legali Sabrina Pollini e Alessia Ceraolo e non ha ammesso nulla. L'ipotesi dell'accusa è omicidio preterintenzionale. Di Gioia, secondo gli investigatori potrebbe avere avuto un ruolo nella morte della madre, Donata Muccio, 85 anni, con qualche problema di cuore. La donna è stata trovata senza vita in casa dalla figlia. Non c'erano segni di effrazione in casa. La donna potrebbe essere morta per un malore in seguito a una lite proprio con il figlio, che era andato a mangiare da lei. Figlio che dovrebbe essere interrogato oggi dal pm Laura D'Amelio. L'ipotesi presa in considerazione è quella di un litigio per dei soldi che l'uomo avrebbe dovuto a un creditore, pare per debiti di gioco

La polizia ha compiuto una serie di rilievi nell'appartamento della donna. Da alcune tessere del puzzle raccolte è scattato il fermo. L'autopsia sul corpo della donna, che si doveva svolgere nella giornata di oggi, lunedì 26 ottobre, verrà effettuata dagli operatori della medicina legale di Roma.