La morte di Altero Matteoli sull’Aurelia. Voleva farne un’autostrada

La sua lunga battaglia da sindaco di Orbetello e da ministro

La scena dell'incidente e nel riquadro il ministro Matteoli

La scena dell'incidente e nel riquadro il ministro Matteoli

Grosseto, 19 dicembre 2017 - Per cinque anni Altero Matteoli, morto lunedì 18 dicembre in un terribile incidente sull'Aurelia, ha indossato la fascia tricolore del comune di Orbetello, dal 2006 al 2011. A volerlo sulla poltrona di primo cittadino era stato prima di tutto il suo predecessore, Rolando Di Vincenzo, già sindaco per due mandati e amico di vecchia data del senatore. Una mossa che aveva sollevato qualche dubbio, in laguna. Prima di tutto perché il senatore non era orbetellano e aveva un legame con il territorio ritenuto un po’ troppo debole per convincere gli elettori. Una figura importante, ma pur sempre un forestiero. E invece i cittadini, quantomeno la maggioranza dei cittadini, gli dettero fiducia. Matteoli divenne sindaco di Orbetello e si sedette in giunta accanto al suo vecchio amico, Di Vincenzo, che ricoprì il ruolo di assessore all’urbanistica. Per il ruolo di vicesindaco, Matteoli indicò Luca Teglia, attualmente presidente del consiglio comunale. L’assessore al bilancio di quella giunta fu proprio Andrea Casamenti, che adesso è a sua volta sindaco di Orbetello. Cinque anni in cui Matteoli, nonostante i suoi impegni istituzionali non solo come senatore ma anche come ministro delle Infrastrutture (dal 2008 al 2011), ha smentito le paure di quanti lo credevano troppo "distante". Di quanti temevano che di fronte a impegni istituzionali di quel livello, Matteoli non avrebbe concesso la giusta attenzione ai problemi di un piccolo comune. Timori smentiti, appunto, dalla regolare presenza di Matteoli in consiglio comunale. Da sempre, l’ex ministro è stato un fervente sostenitore della necessità di realizzare un’autostrada sul territorio di Orbetello. E lo ha sempre ribadito, in tutti i modi e in tutte le sedi. Una posizione che non ha mai modificato, né durante il suo mandato né dopo.

Una posizione che gradualmente gli orbetellani hanno iniziato ad avversare, giudicando via via sempre in modo negativo i vari tentativi fatti da Sat di trovare un tracciato che potesse mettere d’accordo una parte sufficiente di territorio. E proprio l’autostrada di Sat ebbe un peso determinante nella sconfitta elettorale del centrodestra che, dopo il mandato di Matteoli, fu sconfitto. Ma il senatore non ha mai cambiato idea.

Una posizione inamovibile, la sua, anche adesso, nel momento in cui l’idea di un’autostrada in Maremma sembra aver raggiunto il minimo storico di popolarità, mettendo tutti d’accordo su una soluzione più simile a un adeguamento (anche se la vicenda è tutt’altro che conclusa), il senatore, eletto nel 2016 alla presidenza della commissione trasporti, non ha seguito la corrente, continuando a ribadire la necessità di un’autostrada, quel Corridoio Tirrenico in grado di unire Livorno a Civitavecchia, e quindi a Roma. Una strada, l’Aurelia, che il senatore conosceva sicuramente molto bene e che percorreva con assiduità, per i suoi impegni nella Capitale. E alla fine è stata proprio quella strada, che non è riuscito a cambiare, a prendersi la sua vita.