Il 'Codice Rustici' in dono al Papa

E' l'omaggio del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze

Il Codice Rustici

Il Codice Rustici

Firenze, 10 novembre 2015 - Tra i doni preparati per Papa Francesco figura il 'Codice Rustici', in edizione critica e con riproduzione anastatica, curato da Elena Gurrieri e pubblicato da Olschki: è il dono del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze, nella cui Biblioteca è custodito questo famoso codice datato 1447-1453, che misura 41,8 x 28,6 cm.; il Codice Rustici porta il titolo di Dimostrazione dell'andata del Santo Sepolcro e prende nome dal suo autore, il fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici; nella prima parte descrive Firenze e il suo territorio, nella seconda e terza parte il viaggio, forse immaginario, del Rustici in Terra Santa, da Porto Pisano a Cipro, quindi al Monastero di Santa Caterina, nella penisola del Sinai, e poi a Gerusalemme e nel resto della Terra Santa, per concludersi a Damasco; l’apparato iconografico del codice costituisce un testimone essenziale dell’immagine della Firenze del primo Quattrocento, di cui offre la descrizione di chiese, monasteri e ospedali dentro e fuori la cerchia delle mura; il codice per la prima volta viene pubblicato in una pregiata edizione in grande formato, in due volumi, fac-simile ed edizione critica del testo, corredata da ampi saggi introduttivi e un album di immagini; il progetto è stato curato dalla Biblioteca del Seminario diretta da Elena Gurrieri e ad esso hanno partecipato numerosi esperti di chiara fama; la pubblicazione appare per i tipi dell’Ed. Leo S. Olschki ed è realizzata grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

Capita a volte di visitare i palazzi municipali dei paesi percorsi della strade statali. Non pochi sono quelli una volta toccati da antiche strade romee, di cui è difficile rinvenire le tracce. In altri casi alcuni tratti sono evidenziati, opportunamente, come una memoria che dà lustro. Il punto è che in alcuni paesi gli archivi comunali sono lasciati a marcire in bui fondali, senza classificazione e senza cura. Ma lì possono trovarsi documenti importanti per la ricostruzione storica e anche per i profili biografici di personalità note e meno. Gli stati d'anime delle chiese e i diari dei curati non hanno meno importanza, anzi. Accanto a questi luoghi di sedimentazione della memoria si collocano biblioteche, da quelle familiari a quelle di ordini religiosi, che riservano molte sorprese. A Firenze è in corso il recupero di spartiti musicali negli archivi della Santissima Annunziata e, prima ancora, della cattedrale. Canfora ha sottolineato la decisività, per la salvezza e la trasmissione della cultura, non delle grandi biblioteche, ma di quelle dei monasteri che hanno traghettato manoscritti e codici mentre gli archivi imperiali naufragavano. Tra i lettori e i ricercatori della patristica uno dei sogni è di ritrovare 'L'esposizione dei detti del Signore' di Papia di Gerapoli, di cui rimangono qua e là pochi frammenti. A Firenze c'è ancora molto da scoprire e da far conoscere. Pensiamo al progetto dei Grandi Uffizi. Ma andiamo sui lungarni, anzi sul lungarno Soderini e saliamo le scale austere del Seminario Maggiore. Al primo piano è la Biblioteca, con i suoi duecento metri di scibile scritto. Dopo una sezione di cultura contemporanea, peraltro ben nutrita soprattutto in ordine alla letterature e alla teologia, si apre una porta su un altro mondo. Una stanza grande, “rivestita” di libri ordinati fino al soffitto, tra cui manuali che sfidano il gusto del “gioco” e codici miniati che lasciano stupiti. Antichi trattati di geografia e cosmologia sono illustrati grazie a una meccanica di carta e fili. E' il pop-up del tempo non digitalizzato. E non poteva essere altrimenti per questo spazio che nacque il 21 dicembre 1783 con la donazione al Seminario del Fondo librario del soppresso Convento di monaci cistercensi del Cestello da parte del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo. “La parte più antica della Biblioteca – spiega l'italianista Elena Gurrieri, bibliotecaria e referente scientifico - consta, di 89 incunaboli, 2415 cinquecentine catalogate informaticamente per esteso e alcune migliaia di seicentine, edizioni del Sette e Ottocento per un totale di oltre ventimila, pregiate edizioni a stampa antiche”. Volumi a stampa nelle varie tipologie: circa 100 mila. Periodici: 43 in abbonamento corrente. Qualche altro numero, prima di arrivare a una vera e propria perla. C'è una sezione di musica con spartiti manoscritti e a stampa dal XVI al XX secolo. Ben nutrita la sezione di Letteratura europea moderna e contemporanea otto-novecentesca.

Nell’Archivio storico documenti (inventariati) sulla storia dell’Arcidiocesi di Firenze e provincia. E la perla in questa collana già di per sè preziosa? E' il 'Codice Rustici', frutto del lavoro e del pellegrinaggio dell'orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici (1393-1457) che, “...chonsiderando quanto tenpo il sono stato in questa misera vita, veghomi d'etae cinquatotto, e il mio tenpo ave'lo speso tiepidamnete in chosse deboli...” volle mettere per iscritto e per immagini finemente miniate a colori luoghi e testimonianze di quel suo esodo in Terra Santa, con partenza e ritorno nella Firenze dell'epoca. La sua 'Dimostrazione dell'andata del Santo Sepolcro' è un prezioso documento storico-geografico che “scatta” come delle istantanee della città del fiore e delle località del tempo, in particolare della Terra Santa, in tre sezioni. In tutto 305 capitoli che fanno viaggiare e “vedere” Firenze, Porto Pisano, Genova, la Grecia, l'Egeo e Cipro, quindi l'Egitto, Gerusalemme, la Samaria, la Galileo, il Libano e la Siria. Il Codice, che appartiene al Seminario dal 1812, quando l'allora rettore Antonio Dell'Ogna lo acquistò, senza svenarsi, in una casa non ricca nella zona di Ponte Vecchio, è stato interessato a un'intensa ricerca sul testo condotta dall'italianista australiana Kathleen Olive, inizialmente guidata da Nerida Newbigin, e per la parte iconografica da Elena Gurrieri, che ha condotto l'analisi delle immagini con didascalie. Infine alcune informazioni tecniche. Indirizzo: Lungarno Soderini 19, 50124 Firenze. Tel. 055-283875, fax 055-294144, e-mail: [email protected]. Orario di apertura al pubblico: lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, mattina: 9.30-12.30, pomeriggio: 14-17. Chiuso martedì e sabato e, di norma, nel mese di agosto.

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