"No al nuovo ponte sul Mugnone. E’ pericoloso, rischio alluvione"

Il perito dei comitati: "Esposti a una situazione peggiore del 1992"

La protesta

La protesta

Firenze, 22 novembre 2014 - PONTE PROVVISORIO sul Mugnone: arriva il niet del «super professore». I no tram di Statuto hanno bussato agli archivi di Provincia, Comune e Genio Civile per mettere insieme le carte progettuali del ponte in costruzione fra via XX Settembre e viale Milton che dopo Natale assorbirà il traffico del ponte dello Statuto.

Quest’ultimo chiuso da gennaio 2015 per i lavori propedeutici alla linea 3 Careggi-Smn della tramvia. Poi sono riemersi con un faldone volato sulla scrivania di Ignazio Becchi professore emerito di Costruzioni idrauliche, Marittime e Idrologia dell’ateneo fiorentino con alle spalle quasi 50 anni di carriera, che lo ha sottoposto a perizia. Il risultato è un dossier che smonta la tesi «difensiva» di Palazzo Vecchio: il ponte non s’ha da fare. O almeno non s’ha da fare così. A mancare in primo luogo sarebbe uno studio idraulico e idrologico sulle conseguenze dei lavori in corso.

La struttura che ospiterà due corsie per senso di marcia con passerella ciclopedonale ai lati ,si sviluppa in rettilineo con un’unica campata che attraversa il torrente per 27 metri. La prima nota d’allarme sarebbe proprio questa: il rischio idraulico. «Il ponte – spiegano i no tram che ieri hanno reso pubblica la relazione contenente il parere di Becchi – è privo del franco idraulico di sicurezza che garantisce all’acqua di defluire. La struttura infatti è piatta e non è costruita a dorso d’asino come il ponte dello Statuto».

L’altezza del ponte, di poco superiore alla vecchia passerella ora abbattuta per fargli spazio e costruita fuori norma negli anni 60, vola poco sopra a quella della piena centenaria posta circa a 51 metri sul livello del mare. Il franco di sicurezza sarebbe a pelo d’acqua e inferiore a quello fissato per legge a un metro.

In poche parole secondo la relazione si rischierebbe il ripetersi del copione del 1992 quando l’esondazione sommerse la passerella. «L’aggravante – dicono – è che stavolta l’acqua potrebbe fare più danni. Per far spazio al ponte infatti i parapetti sono stati demoliti di 20 metri. In caso di piena il ponte rischia di essere un enorme tappo e il risultato sarebbe una maggiore fuoriuscita dell’acqua dalle spallette laterali». A rischio in questa maniera sarebbero entrambe le rive: l’area XX Settembre Romito ma anche la sponda sinistra verso il centro storico. Secondo la relazione di Becchi a mancare sarebbe l’intervento idraulico chiave per mettere per sempre in sicurezza il torrente: il bypass idraulico del ponte ferroviario del Romito. L’opera però è a carico non del Comune ma di Rfi che, dopo il blocco del cantiere Tav, ha ritirato il via libera all’intervento lungo via della Cosseria. «La pericolosità del nuovo ponte quindi è massima finché non sarà attivato il bypass» si aggiunge.

LA REPLICA - P ALAZZO VECCHIO getta acqua sul fuoco e frena sugli allarmi. La costituzione «a raso» del ponte rispetto al torrente e non a dorso d’asino non rappresenterebbe un pericolo. «Il passaggio dell’acqua sotto il ponte temporaneo – spiega l’assessore alle Infrastrutture Stefano Giorgetti – è maggiore rispetto a quella della passerella pedonale preesistente. Nel periodo di funzionamento del ponte temporaneo, la struttura sarà gestita all’interno del piano della Protezione civile del Comune e quindi tenuto attentamente sotto controllo». L’assessore spedisce al mittente anche la tesi sulla eccessiva longevità del ponte. «La struttura – prosegue – è stata presa a noleggio per tre anni dalla ditta che sta operando nel cantiere, al termine del quale, sarà restituita. Una volta conclusi i lavori della tramvia il ponte sarà rimosso, le spallette saranno rialzate e costruite come in precedenza, dopodiché procederemo con una nuova piantumazione delle precedenti alberature».

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