Uffizi, parla il direttore Schmidt: "Non ho tradito. Ho ancora cose da fare qui"

"Perche lascio? E’ nello spirito della legge Franceschini"

Gli Uffizi sono una delle gallerie più frequentate al mondo

Gli Uffizi sono una delle gallerie più frequentate al mondo

Firenze, 5 settembre 2017 - Due anni fa ha conquistato la poltrona più ambita di tutte, sbaragliando 1200 concorrenti. E ora che fa? Nel mezzo del cammin del suo mandato, annuncia di aver già fatto il biglietto per Vienna. Eike Schmidt, direttore degli Uffizi, nel 2020 passerà a dirigere il Kunsthistorisches Museum.

Scusi direttore, ma perché? Non le bastava il museo più importante d’Italia?

«Scusi lei, ma guardi che il mio contratto non prevede il rinnovo automatico del mandato. Dopo 4 anni può essere che non sia riconfermato. E’ lo spirito della legge Franceschini».

Va beh, ma dire ora che se ne andrà è come lasciare le cose a mezzo.

«Assolutamente no. Non c’è alcun addio, non mi sono dimesso e conto di proseguire con le tantissime cose che ho da fare».

Per esempio? Quella che vorrà sicuramente portare a termine?

«Per la verità sono almeno una ventina le cose che vorrei portare a compimento».

Ne dica solo alcune.

«Legare ancora di più quella che era la galleria del costume di Palazzo Pitti ai progetti della moda contemporanea. Inaugurare il nuovo Corridoio Vasariano; proseguire con l’università dell’Aquila lo studio su come accorciare le file, allestire altre sale degli Uffizi come quelle di Botticelli...».

E fra gli obiettivi raggiunti? Crede di aver interpretato bene la riforma Franceschini?

«Credo di sì. E come avviene per tutte le riforme vere e non di facciata, alcuni risultati si vedono subito, qualcuno si vedrà fra alcuni anni, altri fra decenni. Del resto è stato così anche per la riforma degli Uffizi attuata dal Granduca Leopoldo nel 1769».

Resta il fatto che l’annuncio della sua partenza a qualcuno è sembrato una sorta di tradimento.

«Io invece l’ho presa con ironia, perché molti di coloro che adesso gridano allo scandalo per Schmidt che se ne va, sono gli stessi che urlavano indignati per Schmidt che arrivava. Il fatto è che, anche se questo anticipo in Italia sembra strano, in Austria e in gran parte del mondo è normale. Programmare con ampio margine la direzione di un museo è la regola».

Qui guadagna più o meno 145 mila euro lordi all’anno. Confessi, la sua partenza è anche una questione di soldi?

«Proprio no. Se era per quello restavo in America. In Europa più o meno gli stipendi sono equiparati».

E allora perché Vienna?

«Perché insieme a Louvre, Musei Vaticani e Uffizi il Kunsthistorisches è uno dei più importanti musei d’Europa».

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