Stefano Mancuso: da allievo di Scaramuzzi all’élite della scienza

L'identikit dello studioso

Sesto Fiorentino (Firenze), 22 agosto 2017 - Stefano Mancuso, fisiologo vegetale, professore all’università di Firenze, dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (Linv) con sedi a Sesto Fiorentino e Kitakyushu (Giappone).

Membro fondatore dell’International society for plant signaling & behavior, ha insegnato in atenei giapponesi, svedesi e francesi ed è accademico dei Georgofili. Nel 1983 a Firenze il suo primo insegnante all’università è stato il professor Franco Scaramuzzi, ora a 90 anni presidente emerito dell’Accademia dei Georgofili. «Una fortuna – racconta – avere come maestro un uomo dalla mente aperta come Scaramuzzi».

Nel 2013 il New Yorker ha inserito Mancuso nella classifica dei ‘world changers’. Con la start-up universitaria Pnat ha brevettato ‘Jellyfish Barge’, il modulo galleggiante per coltivare ortaggi e fiori completamente autonomo dal punto di vista di suolo, acqua ed energia presentato a Expo Milano 2015, che si è aggiudicato l’International Award per idee innovative e tecnologie per l’agribusiness dell’United nations industrial development organization (Unido). Tra i suoi libri

‘Verde brillante’ (con Alessandra Viola, editore Giunti), tradotto in 19 lingue, primo libro di un autore non di lingua tedesca a vincere il premio del ministero della ricerca austriaco come miglior pubblicazione di divulgazione scientifica del 2016. Ha scritto poi ‘Uomini che amano le piante. Storie di scienziati del mondo vegetale’ (2014); con Carlo Petrini, ‘Biodiversi’ e quest’ anno ‘Plant revolution: le piante hanno già inventato il nostro futuro’. È autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche su fisiologia e comportamento delle piante.

Simone Boldi

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