Rogo di Sesto, il sindaco: "Non so dove mettere i migranti"

Falchi alle prese con l'emergenza: servono spazi per ospitare le cento persone che dormivano nel capannone andato a fuoco. "La situazione ci era nota, avevamo parlato con Prefettura e Regione"

Il sindaco di Sesto Falchi sul luogo del rogo col comandante dei vigili urbani Bagnoli

Il sindaco di Sesto Falchi sul luogo del rogo col comandante dei vigili urbani Bagnoli

Sesto Fiorentino (Firenze), 12 gennaio 2016-  Dopo la tragedia del rogo nell'ex mobilificio Aiazzone a Sesto Fiorentino, con la morte di Alì Muse,  c'è un'emergenza profughi da gestire, visto che nel capannone, ormai adibito a dormitorio, dormiva un centinaio di immigrati. Un'emergenza che appare non facile da gestire: «Il Comune di Sesto Fiorentino non ha né spazi né risorse per gestire da solo un'emergenza di questa entità», dice all'agenzia Ansa il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, in merito alla ricollocazione dei migranti accampati nel capannone andato a fuoco la scorsa notte.

Falchi ricorda che «il Comune si è attivato fin dalle prime ore del mattino, dopo aver provveduto con la Protezione civile a sistemare queste persone provvisoriamente in tende riscaldate con coperte e generi di conforto, ma adesso, dopo ore di colloqui e incontri, devo dire che non possiamo far fronte da soli come Comune al problema di dare un alloggio per un periodo di tempo più prolungato. C'è necessità di una soluzione condivisa con tutti gli enti territoriali, è quello che chiediamo».

Il sindaco, che riferirà in consiglio comunale su quanto accaduto, spiega di aver già avuto, in queste ore «contatti con Regione, Città metropolitana e Prefettura; proprio nella sede di questo ente, oggi pomeriggio ci sarà un incontro. Quanto alla situazione dell'accampamento nel capannone andato in fiamme, Falchi spiega che «ci era ampiamente nota, non ci era certo sfuggita. Abbiamo iniziato a segnalare le problematiche sulle occupazioni abusive nell'area fin dallo scorso autunno; avevamo parlato con la Prefettura e chiesto alla Regione incontri per individuare risposte al problema».

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